La seconda vita di Millennium sim

Millennium sim cambia pelle: la società specializzata nella negoziazione e nel trading online controllata da Invest Banca – che proprio nei giorni scorsi è salita dal 60% al 97% del capitale diventandone unica azionista – ha deciso di affiancare all’attività di ricezione e trasmissione ordini i servizi di consulenza e collocamento, dietro il coordinamento del nuovo direttore commerciale, Marcello Agnello (nella foto). Non solo: Millennium sim ha appena lanciato il suo nuovo sito web e punta a operare in regime totalmente “paperless” entro fine anno, dotando i promotori finanziari di tablet, firma digitale e validazione a distanza delle raccomandazioni fornite ai clienti.
Ne ha parlato con BLUERATING il direttore commerciale Agnello.

In che modo sta cambiando l’attività di Millennium sim?
La società è nata nel 2000 con una forte specializzazione sull’attività di trading online. Oggi, con il mio arrivo, stiamo implementando i servizi di consulenza e di collocamento, su cui intendiamo focalizzarci pur mantenendo anche l’attività di negoziazione. Quest’ultima tra l’altro sarà totalmente spostata nel perimetro della capogruppo, che ha appena messo a punto una nuova piattaforma, Ib Prisma.

Com’è strutturato il servizio di consulenza finanziaria offerto dalla sim?
Io credo molto nell’attività di consulenza a parcella, per questo ho deciso di spingere su questo fronte. Noi presteremo il servizio di advisory declinandolo sostanzialmente su tre modelli: c’è la consulenza fee only classica, dove il cliente detiene gli asset presso la propria banca e paga una parcella – flat o di performance – per il servizio di advisory e le raccomandazioni di investimento ricevute dalla nostra sim. Offriamo poi consulenza con collocamento e restituzione degli inducements, una soluzione che permette al cliente di utilizzare Millennium per eseguire sul mercato le raccomandazioni ricevute. In questo caso, gli eventuali inducements delle sgr transitano su Millennium, che le retrocede immediatamente al cliente. Infine, abbiamo la consulenza cosiddetta “spot”: in questo caso non si tratta di un rapporto continuativo ma di un consiglio “una tantum”: in pratica, clienti o potenziali clienti vengono da noi per chiedere un parere su un singolo portafoglio o una singola raccomandazione e pagano una parcella che solitamente è oraria o legata alle dimensioni del portafoglio stesso.

Da quanti consulenti è composto oggi il vostro team? Ne state reclutando di nuovi?
Al mio arrivo a maggio avevamo un team di 15/20 professionisti: oggi abbiamo iniziato ad allargare la squadra, con l’obiettivo di inserire ogni anno 10/15 figure con portafogli intorno ai 10 milioni di euro, quindi non neofiti. Puntiamo così a mettere insieme una squadra tra i 50 e i 70 professionisti nel giro di cinque anni, con asset intorno ai 600-700 milioni di euro. Non vogliamo diventare una grande rete, il nostro dna è un altro.

A quali figure guardate?

Facciamo riferimento a tre diversi target: i promotori finanziari classici – sia quelli che operano nelle grandi reti e vogliono uscire dalle dinamiche di mass market sia quelli che hanno già fatto il “salto” ma non hanno ancora trovato una realtà che li soddisfi – i private banker in uscita dagli istituti di credito e i consulenti finanziari indipendenti, che lavorano senza essere formalmente riconosciuti in attesa di un Albo ormai dal 2007.

Quali altre novità ci può anticipare?

Entro fine anno porteremo tutto online: i nostri promotori saranno dotati di tablet con firma digitale e i clienti potranno validare a distanza le raccomandazioni di investimento ricevute.

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