La passione per le opzioni binarie, un gioco d’azzardo

DOMANDA. Un mio cliente mi ha parlato del sito Autopzionibinarie, dove ha perso una bella somma senza nemmeno rendersi conto di come abbia fatto. Come può rivalersi?
G.C., Perugia


RISPOSTA.

Le opzioni binarie, vale a dire quelle in cui si punta come se si trattasse di “rosso o nero”, ovvero il verificarsi o meno di un determinato evento (per esempio: chiusura di borsa al di sopra o al di sotto di un certo livello) sono da alcuni anni presenti sul mercato italiano e di recente stanno vivendo un boom anomalo sotto molti aspetti. Si tratta di vere e proprie scommesse, specie quando hanno come sottostante l’andamento dell’indice di borsa nei successivi cinque minuti o simili. Sono strumenti negoziati fuori mercato e molto poco trasparenti perché i prezzi sono stabiliti dagli stessi broker che li offrono e che invogliano i potenziali clienti puntando sulla rapidità delle operazioni, sulla presunta facilità di guadagno e sui piccoli importi necessari per investire. Per offrire al pubblico in Italia le opzioni binarie occorre comunque essere iscritti nell’albo delle imprese di investimento che si può consultare sul sito della Consob (www.consob.it). Se, come quasi sempre avviene, l’intermediario non funge da sostituto di imposta per conto del fisco italiano, il cliente deve provvedere alla dichiarazione dei redditi e al pagamento dell’imposta sul capital gain ed anche quella sugli eventuali proventi incamerati sotto forma di reddito di capitale (interessi ecc.). Tornando al boom delle opzioni binarie, va detto che è dovuto all’offerta insistente su internet da parte di siti di intermediari quasi sempre non autorizzati in Italia. Autopzionibinarie, pe esempio, è uno dei siti più aggressivi dal punto di vista commerciale, sia per la presenza costante sia per i messaggi che offre. Le esperienze negative degli investitori con siti di queste caratteristiche sono ormai numerose. Si va dalla perdita pressoché istantanea dell’intero capitale all’impossibilità di ritirare il saldo, come anche alla continua insistenza dei commerciali a far versare somme ulteriori, usando spesso come arma la sicura rivalsa dalle prime perdite iniziali. Chi è intenzionato a investirvi deve tener presente che rivalersi è pressoché impossibile perché queste società hanno tutte sede in paesi esteri e la somma da recuperare, molto spesso piccola, non giustifica il tentativo. I commerciali italiani, che commettono abusivismo se il broker non è autorizzato in Italia, sono difficilmente rintracciabili perché l’unico vero riferimento che si ha è una mail o un contatto Skype magari dello stesso paese dell’intermediario. Come sempre, l’arma è la prevenzione: non bisogna credere alle facili promesse di guadagno. E girare alla larga.

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