La Corte Costituzionale ha deciso: è ancora possibile cambiare le lire in euro

Domanda. Mi riferisco alla vostra precedente risposta sulle vecchie lire del 13 marzo scorso (https://www.bluerating.com/trading/179-promotori/38841-sportello-advisory-chi-ritrova-banconote-in-lire-pu-ancora-cambiarle-in-euro.html). Ho appena letto che la Corte Costituzionale ha bocciato la prescrizione anticipata prevista dal Governo Monti. Si può quindi presentare domanda di cambio in euro? Si possono presentare sia le monete oltre che le banconote in lire?
G.M., Roma

Risposta. La Sentenza 216/15 emessa dalla Corte Costituzionale il 5 novembre scorso, infatti, ha riaperto i giochi, ma agire potrebbe non essere agevole. La Corte ha dichiarato illegittimo l’articolo 26 del Decreto Legge 121 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre 2011 che prevede come “le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” e che “il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”, in quanto non rispettoso dell’articolo 3 della Costituzione per aver abbreviato all’improvviso un termine, che per nove anni e nove mesi non era stato toccato. Il lungo tempo trascorso senza alcuna modifica dell’assetto normativo regolatore del rapporto, ha aggiunto la Corte, rende ancora più evidente il carattere certamente consolidato della posizione giuridica dei possessori di lire e della loro legittima aspettativa a convertirle in euro entro il termine che sarebbe venuto a scadenza il 28 febbraio 2012. Pertanto l’improvviso intervento del legislatore su di esso è ancora più censurabile. E nemmeno l’impellente necessità di ridurre il debito pubblico può giustificare la lesione di tale aspettativa. La mossa del Governo, infatti, aveva spiazzato coloro i quali erano ancora in possesso di lire ed intendevano cambiarle entro il termine originario, e non pochi tra questi hanno comunque chiesto il cambio agli sportelli della Banca d’Italia entro il 28 febbraio 2012 ottenendone un rifiuto. Alcuni interessati, poi, hanno intentato ricorsi e nel luglio 2014 il Tribunale di Milano, nella persona del giudice Guido Vannicelli, ha sollevato questione di legittimità costituzionale riguardo il decreto legge che avrebbe violato il principio di affidamento e di certezza del diritto espressi negli articoli 3 e 97 della Costituzione. Cosa succede ora? L’associazione di consumatori Aduc sottolinea come possano esistere varie linee di pensiero. La prima, da noi riportata nella precedente risposta, considera legittimati a ricevere il cambio in euro solo coloro i quali hanno presentato l’istanza entro il 28 febbraio 2012. C’è, però, da dire che il Decreto scoraggiò gli interessati dal farlo, data l’inutilità dell’atto. E quindi ecco apparire due diverse tesi, una delle quali prevede che l’illegittimità costituzionale del Decreto faccia ripartire i termini di prescrizione da questo interrotti e che di conseguenza per chiedere il cambio delle lire alla Banca d’Italia ci siano circa tre mesi a partire dal deposito della sentenza, cioè dal 5 novembre al 28 gennaio, precisamente gli 84 giorni corrispondenti al lasso di tempo che intercorre tra il 7 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. Un’altra tesi ancora parte invece dal ragionamento per cui non sia possibile penalizzare i cittadini costringendoli a informarsi e a provvedere al cambio in meno di tre mesi. In attesa dell’arrivo di probabili chiarimenti da parte del Governo, sarà bene presentare l’istanza di cambio delle lire entro il termine breve del 28 gennaio prossimo. Il cambio da lire in euro, infine, riguarda le monete oltre che le banconote.

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