Azionario, medaglia d’oro per le banche italiane

SORPRESA POSITIVA – “Può sembrare una sorpresa, ma le banche italiane sono tra i migliori titoli bancari in Europa quest’anno”, spiega Davide Marchesin, investment manager di Gam. “A differenza delle banche dei Paesi core che, nei prossimi mesi, potrebbero incontrare minori preferenze da parte degli investitori, le banche italiane sono ancora attraenti, anche dopo aver registrato un rally del 35% nel corso di quest’anno. Preferiamo società selezionate, con una redditività in graduale crescita, supportate da più bassi rischi di credito e da una crescita nell’attività di prestito e delle commissioni, nonostante la generale pressione sui margini data dall’attuale contesto di tassi d’interesse”, aggiunge il gestore.

SCENARIO FAVOREVOLE – “Il modello di business orientato al mercato interno dovrebbe proteggere queste banche dalla volatilità e dall’indebolimento dei fondamentali negli Emergenti e nei settori collegati all’energia. Inoltre, l’atteso consolidamento delle banche popolari e la potenziale ripresa nel mercato immobiliare dovrebbero rappresentare un driver in più per un ulteriore re-rating del settore. Le banche spagnole sono state probabilmente penalizzate quest’anno per i rischi politici legati alle elezioni nazionali e locali. Queste preoccupazioni dovrebbero venire meno nel 2016 e le società saranno supportate da uno scenario economico positivo“, sottolinea Marchesin.

PRUDENZA SU SPAGNA – “Dal nostro punto di vista, siamo leggermente più prudenti sulle banche spagnole rispetto agli istituti di credito italiani perché le prime stanno ancora metabolizzando la bolla immobiliare e stanno affrontando il restringimento dei prestiti e dei margini di pressione per la concorrenza dei player più grandi. Anche le banche greche hanno probabilmente imboccato la strada giusta. Il Paese ha chiaramente vissuto un anno molto difficile, ma adesso le banche stanno attraversando un ampio processo di ricapitalizzazione guidato dalla Bce. E questo dovrebbe metterle al sicuro per quanto riguarda la capitalizzazione anche in un contesto macroeconomico debole. La stima dei prestiti in sofferenza (NPL) sembra essere ad uno stadio molto avanzato, sebbene sia ancora in aumento sulla scia di una terza ondata di recessione. Se il governo andrà avanti sulla strada delle riforme concordate con i partner europei, ci potremmo aspettare che la Bce riaccolga sotto l’ombrello della propria politica monetaria gli asset greci, cosa che, in sostanza, darebbe alle banche greche la possibilità di migliorare le proprie condizioni di finanziamento”, commenta il gestore.

MALE LE BANCHE PORTOGHESI – “Tra i periferici europei, le banche portoghesi si trovano adesso all’ultimo posto”, aggiunge Marchesin. “Gli istituti di credito stanno affrontando sfide su tutti i fronti: capital ratio al di sotto degli altri Paesi, potenziali rischi per un’alta esposizione agli Emergenti – America Latina ed Africa ad esempio, e bassi livelli di efficienza in un mercato molto concentrato. Le banche portoghesi dovranno affrontare il processo di ricapitalizzazione nel 2016. Erano in attesa di un’opportunità migliore per l’emissione di azioni a causa di un sentiment negativo in seguito alla nazionalizzazione del Banco Espirito Santo. Ma adesso perfino Novo Banco, che contiene gli asset “buoni” che prima erano del Banco Espirito Santo, è sottocapitalizzato. Le banche portoghesi sembrano in un ingorgo per l’aumento di capitale, giusto in attesa del momento buono per vendere le proprie azioni. Pensiamo che questo accadrà l’anno prossimo, dando inizio al lungo cammino di ripresa“, conclude Marchesin.

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