Spariti tre milioni e un pf di Rimini finisce in tribunale

È il caso di M.B riportato dal Resto del Carlino secondo cui un professionista di Rimini avrebbe accumulato 3 milioni di perdite senza farlo sapere ai clienti. Secondo l’accusa, il promotore, accusato di appropriazione indebita, falso e accesso abusivo al sistema informatico, mandava documenti falsi nei quali spiegava ai suoi 150 clienti che gli investimenti stavano dando i frutti sperati, anche se in realtà le perdite aumentavano.

Dal canto suo il riminese, difeso nel processo iniziato ieri dall’avvocato Filippo Cocco, ha dato una versione diversa sostenendo che la Procura distrettuale antimafia e la Guardia di finanza hanno interpretato i fatti in modo sbagliato. Come spiega il Carlino, il promotore ha sempre sostenuto che aveva investito i quattrini in due aziende, una nautica e l’altra farmaceutica che erano colate a picco. Insomma, a sentir lui, stava perdendo rapidamente tutti i risparmi di quella gente, e aveva cercato di far fronte al tracollo falsificando i documenti. Secondo gli inquirenti, il promotore si era impossessato addirittura delle password, così da impedire alle persone di controllare online i conti veri.

Nel frattempo sperava di riuscire a risalire la china. Se qualcuno chiedeva di uscire dagli investimenti realizzati, lui prendeva i soldi di un altro e lo liquidava. Un circolo vizioso da cui però non era riuscito ad uscire, fino a quando i soldi non sono finiti. A quel punto, secondo l’accusa, non avrebbe potuto fare altro che confessare la verità, raccontando ai 150 clienti cosa era successo. I soldi, aveva giurato, erano andati persi, inclusi quelli dei suoi genitori che aveva investito allo stesso modo. Ma gli inquirenti la pensano diversamente, convinti che l’uomo si sia intascato una parte di quei quattrini.

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