Bufi (Anasf): “Nessuna criticità sui controlli, il nostro è un settore sano”

LA PRESA DI POSIZIONE – Il presidente dell‘Anasf, Maurizio Bufi, prende una posizione netta sulla vicenda della comunicazione emanata dalla Consob lo scorso 11 febbraio, a proposito dei controlli sulle reti di promotori/consulenti finanziari. In un intervento pubblicato da MF – Milano Finanza, Bufi scrive: “Fa specie constatare che, in una fase storica in cui gli istituti di credito sono travolti da scandali e difficoltà strutturali, il settore delle reti di promotori finanziari (o meglio di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, secondo la nuova denominazione assunta dalla nostra categoria con la Legge di stabilità 2016) sia stata recentemente oggetto di un intervento ad hoc del regolatore”.

NECESSARIE PRECISAZIONI – Secondo Bufi, “se, in linea di principio, può ritenersi comprensibile la scelta del regolatore di individuare buone prassi per assicurare un’efficace tutela ai risparmiatori, è pur vero che risultano ecessarie alcune precisazioni. A fronte di una serie di criticità che interessano le banche tradizionali”, scrive il presidente di Anasf, “pare quanto meno strano pensare di concentrare l’attenzione su un modello, quello delle reti, che continua a dar prova della sua capacità di tenuta, soprattutto dal punto di vista della fiducia dimostrata dai risparmiatori. Occorre però riconoscere che le best practice, individuate nell’indagine conoscitiva dell’Autorità, non sono create ex novo ma riconosciute dalla stessa Consob come già diffuse tra le reti. Questo naturalmente”, sottolinea Bufi, “è indice di un settore sano, che dimostra la propria proattività nel recepire le novità legate sia agli sviluppi della regolazione, sia alle dinamiche del mercato. Lo testimonia, del resto, il numero esiguo di consulenti finanziari oggetto di provvedimenti cautelari e sanzionatori (solo lo 0,2% degli iscritti all’Albo, secondo gli ultimi dati ufficiali riferiti al 2014″.

UN SETTORE SANO - “A fronte di queste evidenze”, prosegue l’intervento di Bufi, “risulta fuorviante qualsiasi ricostruzione che tenti di ricollegare la comunicazione della Consob a presunte criticità riguardanti la nostra attività, vieppiù al caso, del tutto estraneo alla nostra realtà, delle obbligazioni subordinate collocate ai risparmiatori dalle ormai tristemente note quattro banche di territori in stato di dissesto. Piuttosto, è vero il contrario: le prassi rilevate tra le reti sono buone pratiche che, in una prospettiva di effettiva parità di regole tra operatori e di rafforzamento delle tutele per i risparmiatori, andrebbero applicate anche dalle altre realtà attive nel settore dei servizi finanziari. Pensiamo in particolare alle banche di tipo tradizionale e anche a Poste Italiane”. In conclusione, scrive Bufi, “rispetto alla recente comunicazione della Consob, ritengo sia necessario riconoscere che le attuali criticità del sistema finanziario italiano riguardano ben altri operatori, estranei all’attività dei consulenti finanziari, e che anzi le reti confermano di sapersi distinguere in positivo, tanto da poter dar vita a delle buone pratiche. Pratiche e comportamenti che, ove applicati anche altrove, potrebbero risollevare la reputazione delle banche e contribuire a ridare fiducia al sistema finanziario ed economico del nostro Paese”.

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