OPERAZIONE AL VIA – E’ partita l’operazione Call sui titoli di Azimut annunciata il 4 aprile scorso. I 114 aderenti al patto di sindacato della società hanno deciso infatti di aderire all’operazione per un importo complessivo di 4,6 milioni di euro. Le opzioni call sottoscritte hanno come sottostante azioni Azimut con un prezzo di esercizio (strike price) di 30 euro e una durata di 4 anni. Al contrario di quanto previsto inizialmente, e’ stato deciso di rimuovere il tetto a 50 euro “perché”, hanno fatto sapere dalla società, “questa soglia è apparsa come una scelta limitativa”. “L’operazione e’ un’ulteriore prova del fatto che crediamo nella solidità e potenzialità di crescita del gruppo in cui lavoriamo e, di conseguenza, delle sue azioni”, ha commentato Pietro Giuliani, presidente e amministratore delegato di Azimut, sottolineando anche che il patto di sindacato unisce oltre 1400 persone, tra dipendenti, consulenti finanziari, gestori e manager e rappresenta quasi il 14% del capitale.
IL PIANO DI ACCUMULO – Giuliani ha ricordato anche che 1.111 dipendenti, gestori, consulenti e manager di rete e dirigenti della società hanno aderito al piano di accumulo di azioni Azimut su base mensile, a prezzi di mercato (senza sconti), investendo di tasca propria un importo medio di 600 euro al mese per i prossimi 4 anni. Il piano, già annunciato agli inizi di aprile, prenderà il via da questo mese e si concluderà il 21 marzo 2020 per un controvalore complessivo di circa 32 milioni di euro. “La Call di oggi e il piano di accumulo, saranno operazioni che verranno ricordate nel tempo anche se oggi non sembrano destare l’interesse che meritano”, ha affermato ancora Giuliani, dichiarandosi anche fiducioso di ricevere il nulla osta da Banca d’Italia per la fusione volta ad escludere Azimut dall’applicazione della della direttiva Crd IV, prima della prossima assemblea degli azionisti del 28 aprile”.