Giuliani (Azimut): “Sede estera? Ipotesi remota, ma non impossibile”

L’ULTIMA APPROVAZIONE – Dopo l’approvazione di ieri da parte di Banca d’Italia della scissione con incorporazione di Azimut Consulenza Sim in Azimut Capital Management Sgr – penultimo passaggio della riorganizzazione del gruppo che porterà alla cancellazione dall’albo delle sim e a rendere pienamente disponibile la cassa – resta ancora da ricevere l’approvazione dell’ultimo passaggio, la trasformazione di Cgm Italia sim in sgr (qui la notizia). Un passaggio che richiede “ancora qualche settimana di attesa”, ha spiegato Pietro Giuliani, presidente di Azimut durante l’assemblea degli azionisti che, tra le altre cose, ha approvato il bilancio dell’ultimo esercizio. “Una approvazione che consentirà di liberare più di mezzo miliardo di euro di liquidità, al momento congelati”. Se non dovesse arrivare, Azimut sta pensando al trasferimento della sede legale all’estero: “La vediamo come un’ipotesi remota, ma non impossibile”, ha sottolineato Giuliani.

“PUNTIAMO A PARTNERSHIP” – “Siamo interessati non solo al risiko bancario in atto in Italia, ma anche alle aggregazioni degli istituti di credito operativo”, ha aggiunto lo stesso Giuliani illustrando i possibili utilizzi della liquidità di cassa. “Come Azimut non faremo investimenti finanziari, ma puntiamo a partnership di lungo periodo nell’asset management tramite l’acquisto di capitale sociale in aziende disponibili. Stiamo aspettando l’occasione e il momento giusto proprio in concomitanza con la liberazione di liquidità di cassa che dovrebbe arrivare tra 2/3 settimane grazie all’ultima approvazione da parte di Bankitalia”.

BONUS E ATTIVITA’ ESTERE –
Non è stato approvato, invece, il bonus straordinario “una tantum” da 5 milioni lordi previsto per il consiglio di amministrazione uscente, motivato “alla luce dell’intenso impegno richiesto e profuso dal cda nel suo mandato e degli eccezionali risultati raggiunti dalla società nel periodo, con particolare riguardo all’anno 2015”. In ultimo il processo di internalizzazione della società. “Ci aspettiamo che le nostre attività all’estero (al momento in fase di startup) raggiungano presto il break-even, avvicinandosi a una redditività di medio lungo periodo simile a quello che già facciamo qui in Italia”.

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