Conversione delle lire in euro: la parola passa ai giudici

Domanda. Scrivo a tre mesi di distanza dal vostro ultimo intervento riguardo la possibilità di convertire le lire in euro. La Banca d’Italia ha risposto che è consentito solo a chi può dimostrare di averla richiesta entro il 28 febbraio 2012, vale a dire quasi nessuno. Discorso chiuso, quindi?

G.C., Roma
 
Risposta. Il discorso non è affatto chiuso, ma l’iter non si prospetta agevole. Lo scorso 23 febbraio, il deputato Sara Moretto del Pd ha presentato sul tema un’interrogazione in Commissione Finanze, passata poi alla Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Il vice ministro dell’Economia Luigi Casero ha risposto il 16 marzo citando di fatto integralmente il testo che sta arrivando in risposta a tutti coloro i quali hanno inviato la richiesta di conversione (leggi qui ). Secondo il Ministero, “operazioni di cambio che non soddisfino questa condizione, avanzate cioè da persone che non sono in grado di dimostrare di aver presentato una istanza di conversione entro i termini originari, non essendo previste nell’attuale quadro legislativo, richiedono l’introduzione di una nuova norma”. In pratica: per convertire tutte le lire in euro occorre una nuova legge che, aggiungiamo noi, il governo non è disposto a promulgare perché consapevole dell’impegno economico, stante le migliaia di richieste pervenute.
Cosa fare? Come previsto, l’unica strada è quella dei tribunali. Cosa niente affatto semplice perché, se è vero che la logica è dalla parte dei cittadini, da un punto di vista strettamente giuridico la Corte Costituzionale, cancellando il termine anticipato del 6 dicembre 2011, ha riproposto il termine originario del 28 febbraio 2012 (vedi nostro precedente articolo sul tema qui
 
Con queste premesse è necessario far valere altri principi giuridici, sicuramente corretti, ma il cui valore è rimesso alla valutazione dei giudici in merito alla palese impossibilità da parte del cittadino di rispettare un termine di scadenza che in quel momento non esisteva perché cancellato dal secreto in seguito dichiarato illegittimo. Si tratta pertanto di avviare delle cause pilota che cercano di affermare dei principi attraverso la strada giudiziaria. Le vertenze devono per forza di cose essere individuali, non essendo possibile l’azione collettiva in un caso del genere.
 
Per coloro i quali non lo avessero ancora fatto, Il primo passo necessario è presentare istanza di conversione. Allo scopo, sempre l’Aduc ha messo a disposizione sul proprio sito un modulo editabile (scarica qui)  di richiesta di conversione delle lire in euro. Tale modulo va spedito a qualsiasi filiale della Banca d’Italia, meglio quella di competenza geografica i cui riferimenti sono nella colonna di destra della seguente pagina. Il modulo può essere spedito a mezzo raccomandata A.R. E’ anche possibile utilizzare la posta elettronica certificata. In tal caso, il modulo, se allegato e non copiato, deve essere sottoscritto con firma digitale.

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