Bufi (Anasf): “Uno dei nostri nel cda di Enasarco”

UN PIEDE NEL CDA – Il nome del designato resta rigorosamente top secret, almeno per adesso. Tuttavia, è quasi sicuro che ci sarà un rappresentante dell’Anasf nel prossimo consiglio di amministrazione (cda) di Enasarco, l’ente di previdenza e assistenza degli agenti di commercio, a cui sono iscritti anche i consulenti finanziari. La conferma è arrivata oggi dallo stesso presidente dell’Anasf, Maurizio Bufi, che ha incontrato la stampa a Milano per riepilogare tutti i fronti su cui è impegnata la sua associazione. Il primo fronte è appunto quello di Enasarco: entro il 31 maggio, ci sarà la presentazione delle liste dei candidati al cda dell’ente, che verranno eletti dall’assemblea, convocata per il prossimo 8 giugno. “Abbiamo raggiunto un accordo con i nostri alleati della coalizione Insieme per Enasarco per avere un membro nel cda”, ha detto Bufi, “e abbiamo già presentato una terna di possibili nomi”.

COSTA ALLA PRESIDENZA- Bufi ha anche dato per scontata l’elezione alla presidenza dell’ente di Gianroberto Costa che, durante le elezioni per l’assemblea, ha guidato lista vincitrice Insieme per Enasarco, di cui faceva parte anche l’Anasf. “La nostra coalizione disporrà nel consiglio di amministrazione di almeno 10 voti su 15” ha aggiunto Bufi . Di questi voti, 5 o 6 saranno nominati dagli agenti aderenti all’alleanza guidata da Costa (che ha ottenuto il 53% dei consensi alle elezioni ndr) e altri 5 saranno designati dalle imprese (una categoria in cui la coalizione Insieme per Enarsarco ha ottenuto addirittura il 100% dei suffragi). Dunque, a detta di Bufi, per Costa è spianata la strada per la guida dell’ente, anche senza dover scendere a patti con l’altra lista Per Enasarco-Il tuo welfare, dominata dalla UilTucs di Bruno Boco (presidente uscente dell’istituto).

PORTE APERTE ALLA SOCIETA’- Bufi ha anche ricordato gli altri due fronti su cui è impegnata la sua associazione in questo periodo. Quello meno incandescente riguarda le iniziative dell’Anasf a favore dell’educazione finanziaria. Prosegue infatti il progetto economic@mente che prevede una serie di incontri nelle scuole italiane per avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza del mondo del risparmio e degli investimenti. L’altro fronte, un po’ più problematico, riguarda le battaglie che Anasf sta portando avanti nell’ambito della regolamentazione del “mestiere” del consulente. Il 9 maggio scorso, il ministero dell’Economia ha aperto infatti una consultazione (con scadenza 9 giugno 2016) sulle possibili modifiche al Testo Unico della Finanza (TUF), introdotte per recepire nell’ordinamento italiano la direttiva Mifid 2. Tra le proposte che Anasf presenterà, c’è quella di consentire anche alle persone giuridiche (e non solo da parte delle persone fisiche) lo svolgimento della consulenza finanziaria nella forma di tied agent (cioè di “agente collegato” che opera sulla base di un mandato).

TROPPI PALETTI DALL’ESMA – Un’altra battaglia di Bufi e della sua associazione è quella per correggere un po’ le linee guida dell’Esma (European Securities and Markets Authority ), quando verranno applicate in Italia insieme alla Mifid 2. L’authority europea vorrebbe infatti porre dei paletti ben precisi tra le attività di consulenza finanziaria classificate come “indipendenti” (cioè quelle che vengono remunerate a parcella) e quelle classificate come “non indipendenti” (cioè pagate con le commissioni di retrocessione). Entrambe le attività, secondo le linee-guida Esma, potranno essere svolte dal medesimo professionista, ma soltanto dentro reti diverse e non nell’ambito della stessa rete distributiva. Per Bufi, si tratta di un vincolo troppo stringente e irragionevole, che non tiene conto delle specificità del mercato italiano.

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