Mediobanca: gli ingaggi d’oro dei cf vicini al capolinea

RECLUTAMENTO SALATO – Una zavorra per gli utili. E’ l’effetto portato in dote dalla campagna acquisti che è in corso da tempo nelle reti di consulenti finanziari e che sta iniziando a pesare in maniera decisiva sugli utili delle società. A sostenerlo è uno studio realizzato da Mediobanca, che ha preso in esame i conti dei maggiori operatori del settore, da Azimut a Banca Generali, da Banca Mediolanum a Fineco. Negli anni scorsi, secondo lo studio, la raccolta delle reti è cresciuta complessivamente del 4% tra il 2012 e il 2015 ma i costi di di reclutamento di nuovi consulenti sta iniziando a pesare in maniera decisiva sulla redditività. Per Azimut, gli analisti di Mediobanca stimano che i costi per gli ingaggi possano arrivare al 50% dell’utile lordo nel 2016, escluse le commissioni di performance (che però si sono ridotte nella prima parte dell’anno, a causa dell’andamento negativo dei mercati). Nel caso di Banca Generali, le attività di reclutamento potrebbe incidere nel 2016 fino al 22% dell’utile lordo mentre è più contenuto il peso su altri player del settore: per Banca Mediolanum, infatti, il peso dei costi reclutamento è limitato al 7% dell’utile lordo mentre per FinecoBank è nell’ordine del 5%. Gli analisti di Mediobanca sostengono dunque che gli ingaggi d’oro per gli ex-promotori finanziari (oggi ribattezzati consulenti) diventeranno probabilmente un ricordo in futuro, perché i tassi a zero e la maggiore concorrenza tra banche stanno cambiando le regole del gioco. In futuro, infatti, saranno vincenti le aziende che si adatteranno meglio alle nuove condizioni di mercato dove gli ingaggi generosi e la remunerazione dei consulenti saranno sempre più difficili da erogare.

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