Consulenza finanziaria, ecco cosa cambia in Italia

Il servizio di consulenza finanziaria detiene probabilmente il primato delle variazioni legislative e normative, italiane e comunitarie. Alcuni esempi. La legge n.1 del ‘91 riservò questo servizio solo alle banche e alle Sim ma non ai promotori finanziari. Nel 1996 il servizio fu liberalizzato per tutti, tranne che per i promotori con mandato con un soggetto abilitato. Nel 2007 il Tuf contemplò la possibilità che il servizio potesse essere offerto – oltre che da banche, Sgr e Sim – anche da consulenti finanziari e da società di consulenza finanziaria entrambi iscritti in appositi albi. Gli albi però non esistevano e, in attesa che fossero istituiti, fu consentito solo a coloro che prima del 2007 avevano offerto liberamente il servizio di continuare a proporlo. Lo sviluppo dell’attività, almeno ufficialmente, è rimasto bloccato sino alla fine del 2015 e probabilmente partirà nel 2017.

Il servizio di advice su base indipendente: istruzioni per l’uso

La legge di recepimento della Mifid 2 autorizzerà banche, Sim e Sgr, anche tramite i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (questa la nuova denominazione dei promotori), all’offerta del servizio di consulenza finanziaria reso anche su base indipendente. Lo stesso servizio, reso solo su base indipendente e soltanto in sede, può essere offerto dai consulenti finanziari autonomi, in regime di prorogatio dal mese di ottobre 2007. I neo consulenti autonomi e le società potranno iniziare a operare dopo che i nuovi regolamenti relativi alla Vigilanza e alla tenuta dell’Albo dei Cf, saranno stati redatti e troveranno attuazione consentendo all’Organismo preposto di indire gli esami e procedere alle iscrizioni nelle apposite sezioni dell’Albo.

La consulenza diventa multi-canale

La normativa in fieri consentirà, dopo almeno 10 anni, a tutti gli aspiranti consulenti autonomi, sia come persone fisiche che giuridiche, di iniziare a esercitare e allo stesso tempo metterà a disposizione dei risparmiatori questi nuovi canali di consulenza. La pluralità di questi canali, Cf abilitati, Cf autonomi e società di consulenza non potrà che stimolare la competitività dei professionisti, basata sull’efficacia delle prestazioni. I professionisti, indipendentemente dal canale, saranno riconosciuti, valutati e apprezzati sulla base della loro cultura, sulla capacità di usare l’esperienza e le competenze, in sintesi con un termine un po’ desueto sulla loro “valentia”.

La competitività dell’offerta è una garanzia per i risparmiatori
La competitività è la garanzia più importante per i consumatori: altrettanto vale per i risparmiatori, che potranno così scegliere tra i servizi migliori, quelli offerti ai costi più convenienti, con un giusto bilanciamento tra qualità e costi. Le liberalizzazioni giovano al mercato e concorrono al suo sviluppo. Anche questa innovazione è una liberalizzazione, perché di fatto favorisce lo sviluppo di attività professionali in un regime di competitività, mantenendo le necessarie garanzie per i risparmiatori. Gli iscritti all’Albo pubblico dei consulenti finanziari infatti saranno sottoposti a una disciplina ben precisa, dovranno possedere i requisiti di onorabilità e qualora dovessero perderli non potranno più esercitare: dovranno inoltre sostenere e superare un esame molto rigoroso relativo alle competenze e conoscenze necessarie o possedere dei titoli equipollenti. L’Organismo ha anche l’importante compito di vigilare sulla correttezza dell’attività professionale degli iscritti, i quali in caso di cattivo esercizio rischiano dalla multa alla sospensione e fino anche alla radiazione nei casi più gravi. Ulteriori controlli da sempre sono effettuati dagli intermediari sui consulenti finanziari abilitati; in seguito si presume che anche le società di consulenza finanziaria controlleranno i loro Cf autonomi. L’Organismo (Ocf), a sua volta è vigilato dalla Consob.

I robo-advisor aiuteranno i professionisti a seguire meglio i clienti
Le leggi, l’arrivo della Mifid 2, le normative in essere e in fieri non avrebbero troppo senso se non riuscissero a far crescere il mercato: attori, masse intermediate, consulenziate, clienti risparmiatori e addetti ai lavori. Oggi il mercato dei soli Cf abilitati rappresenta il 10% o poco più della ricchezza finanziaria italiana. Le aree di miglioramento sono potenzialmente enormi se ci si confronta con i paesi dove le masse intermediate dai financial advisor sfiorano il 60% della ricchezza. Tutte le categorie interessate, con una corretta pianificazione, potranno contare su una crescita quasi esponenziale. La competitività comporterà di sicuro una riduzione dei margini ma diffonderà la cultura e il bisogno di consulenza e di servizi e se lo sviluppo sarà coerente i futuri margini in valore assoluto saranno di sicuro superiori agli attuali. La più recente innovazione, il robo-advisor, consentirà ai professionisti di disporre di strumenti tecnici per poter seguire e assistere meglio un numero sempre maggiore di clienti, migliorando l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni.

Tanti benefici in arrivo anche per l’industria del risparmio
I vantaggi promossi dalla competitività, professionalità e tecnicalità favoriranno tutti gli attori e in particolare l’industria, che già negli ultimi periodi ha conquistato nuovi segmenti di clientela in virtù della riconversione verso il risparmio gestito degli sportelli bancari. L’Italia, inoltre, per ragioni diverse è tornata a essere uno dei paesi dove si risparmia di più. Gli asset negli ultimi due anni si sono leggermente ristretti ma il giacimento è tanto ricco da attrarre i big player internazionali, consci di questa non comune opportunità. La notizia diffusa in anteprima da Bluerating. com, il 21 giugno scorso, della partecipazione salita ad oltre il 15% di BlackRock in Azimut potrebbe rappresentare un prodromo.

Francesco Priore, docente marketing finanziario

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