Se liberassimo il patrimonio delle banche?

Sento parlare di ciclone sul sistema bancario. La criticità è nella gestione del credito già in portafoglio a vario titolo non performante. Altrove pesano eccessi di attività nella finanza derivativa, ambito nel quale è possibile ipotizzare alternanze di risultato, invero più difficili nel credito, una volta rivelatosi deteriorato. Il lettore conoscerà gli esiti (29 luglio) degli stress test, diversi nella struttura dai precedenti, ma basati su ipotesi rischiose per le 5 banche italiane.

Riprendo una mia convinzione: siamo sicuri che l’enfasi sul patrimonio, fondamento di Basilea3, Crd IV-Crr e Brrd, sia così utile e determinante? Resto convinto per teoria e per prassi che la sequenza logica dell’equilibrio di impresa sia cassa-reddito-patrimonio e non viceversa. Un patrimonio abbondante non garantisce reddito e questo non è la condizione per buona gestione della cassa. Resto convinto che imporre aumenti di capitale per coprire perdite (o disavanzi pregressi senza soluzioni per il futuro) risulti costo finanziario e reputazionale; sarebbe (forse) valutabile la resolution di intermediari non efficienti. È pertanto ipotizzabile liberare patrimonio per nuova gestione piuttosto che vincolare nuovi apporti al mero risanamento.

Nel nostro modello di sistema economico le banche non possono essere deboli e debbono avere banchieri forti (aspetto oggi raro). Non ha senso costruttivo aggredire l’istituzione quanto escludere chi la gestisce senza ordine. Tuttavia resto perplesso anche in merito al prevalere dell’attenzione imposta alle regole di mera compliance che ormai condiziona circa due terzi del tempo dei consigli di amministrazione, rendendo residuali attenzioni verso le strategie e scelte operative. Non è possibile generare redditività regolando ex ante una gestione che ex-post ha scarsa applicazione. Così ha ragione il mercato quando abbassa il prezzo delle azioni bancarie e non è disposto a dedicarvi altro capitale di rischio. Senza banche tuttavia si blocca tutto il sistema e ciò mantiene un valore intrinseco alla banca oltre la inevitabile pressione speculativa. Quindi buy&hold not add or sell.

Giuseppe G. Santorsola
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