Mifid, il trionfo della burocrazia

INVADENZA SENZA RIMEDI – L’aspetto più sorprendente di “Burocrazia. Perché le regole ci perseguitano e perché ci rendono felici” di David Graeber, edito da “Il Saggiatore”, risiede nell’analisi dell’evoluzione storica avuta dalla burocrazia. Weber osservava come una volta che si crea una burocrazia è quasi impossibile sbarazzarsene. “Le primissime burocrazie di cui siamo a conoscenza risalgono alla Mesopotamia e all’antico Egitto, e hanno resistito sostanzialmente intatte per migliaia di anni all’avvicendarsi delle dinastie o delle élite dominanti”, in maniera analoga a quanto accaduto in Cina.

USA FAUTORI DELLA BUROCRAZIA – Graeber spiega come, “a differenza dell’Impero britannico, che aveva preso sul serio la retorica liberoscambista e aveva abolito le tariffe protezionistiche con il famoso Anti Corn Law Bill del 1846, né la Germania né gli Stati Uniti erano mai stati particolarmente interessati al libero commercio. Gli americani, in particolare, erano molto più preoccupati di creare strutture amministrative internazionali. La prima cosa che fecero gli Stati Uniti dopo aver raccolto ufficialmente il testimone dalla Gran Bretagna all’indomani della Seconda guerra mondiale fu creare le prime organizzazioni burocratiche autenticamente planetarie: l’Onu e le istituzioni di Bretton Woods come il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il Gatt, poi diventato Wto. L’Impero britannico non aveva mai tentato nulla del genere. O conquistava le altre nazioni o commerciava con loro. Gli americani, invece, volevano amministrare tutto e tutti”.
 
LO STRUMENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE – Il processo di globalizzazione non è naturale e pacifico di sviluppo degli scambi commerciali reso possibile dalle nuove tecnologie. “Quello che veniva descritto in termini di «libero scambio» e «libero mercato» era in realtà la consapevole realizzazione del primo sistema amministrativo burocratico su scala planetaria”, scrive Graeber.
IL PESO DEGLI ADEMPIMENTI SULLA FINANZA – Le osservazioni riportate nel libro trovano riscontro nell’operatività quotidiana vissuta dai consulenti finanziari e in generale da coloro che lavorano nel comparto finanziario, che vedono aumentare il peso delle incombenze burocratiche ad ogni riforma (a riguardo citiamo solo il calcolo della tassazione sulle attività finanziarie) o nuova introduzione legislativa (Mifid in primis). Non sorprende quindi che la Mifid II non si prefigga di apportare semplificazioni, a livello di singolo consulente e di settore finanziario nel suo complesso, in quanto frutto di un contesto internazionale che vede il trionfo della burocrazia in ogni aspetto della vita. 
 

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