Doris, un tesoro da 100 milioni

La cassaforte di Ennio Doris (nella foto) è ancora più forte. Qualche giorno fa, infatti, è stato depositato l’elenco soci aggiornato di H-Invest, holding del fondatore e presidente di Banca Mediolanum e controllata attraverso Fin.Prog. Italia. Il libro soci riporta che il capitale versato e sottoscritto è salito a 100 milioni di euro dai 20 milioni dello scorso agosto.

All’inizio di quel mese, infatti, si era svolta un’assemblea straordinaria alla quale si era presentato Maurizio Carfagna, amministratore delegato di H-Invest (e che fra l’altro per conto di Mediolanum siede nel consiglio d’amministrazione di Mediobanca) che aveva varato un aumento di capitale da 20 a 100 milioni di euro. La ricapitalizzazione doveva avvenire in denaro entro il successivo settembre, mediante la sottoscrizione di 80 milioni di nuove nuove azioni da 1 euro cadauna. Cosa che è puntualmente avvenuta.

Perché Doris ha sentito il bisogno di ricapitalizzare una società solida, che ha un patrimonio netto di oltre 33 milioni? Una spiegazione è che le nuove risorse servano all’acquisto di altri titoli Mediaset, di proprietà della Fininvest di Silvio Berlusconi, socio di Doris, ancora in lotta con la Vivendi di Vincent Bolloré. O che possano preludere all’acquisto di azioni della stessa Banca Mediolanum se l’ex premier fosse costretto a vendere.
Ma non è da escludere che il rafforzamento di H-Invest sia prodromico anche all’acquisizione di quote di una banca d’affari. «Siamo nati come banca – ha detto Doris all’ultima convention di Banca Mediolanum – e vogliamo diventare la prima banca d’affari per le piccole e medie imprese. Il mio obiettivo è diventare la prima banca d’affari per le pmi per sostenere le eccellenze nel mondo. Porteremo la banca d’affari in casa dei clienti, come abbiamo già portato in casa dei privati la banca».

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