Carluccio (Efpa): “Perché le grandi reti hanno scelto la consulenza non indipendente”

Perché le grandi reti di consulenza finanziaria hanno scelto quasi tutte la consulenza non indipendente? Una risposta la dà Emanuele Carluccio, docente alla Sda Bocconi e e chairman del “Comitato Standards and Qualifications” di Efpa, l’associazione che in diversi paesi europei rilascia le certificazioni agli esperti pianificatori finanziari (financial planner). Carluccio critica l’obbligo imposto dalla Consob (in attuazione della direttiva Mifid 2) di impedire a uno stesso consulente finanziario (nell’ambito di una grande rete) di fornire contemporaneamente alla clientela due tipi diversi di advisory: la consulenza non indipendente, remunerata con le commissioni di retrocessione versate dalle società di gestione, e la consulenza indipendente, pagata con il sistema del fee-only (a parcella), senza che l’advisor abbia alcun rapporto economico con chi fabbrica i prodotti finanziari, cioè con le sgr.

Questa netta separazione e questo vincolo troppo rigido, secondo Carluccio, ha spento i tiepidi entusiasmi che qualcuno aveva avuto finora di fronte alla consulenza indipendente. L’advisory remunerata con il sistema del fee-only si adatta infatti alla clientela con patrimoni di una certa consistenza mentre è difficilmente applicabile a quella con piccoli portafogli. Di conseguenza, per non trovarsi impossibilitate a servire i clienti più piccoli, le grandi reti hanno deciso di optare per la consulenza non indipendente, anche se di fatto continueranno a servire molti investitori di fascia alta con il sistema a parcella (pur non classificando formalmente questo servizio come consulenza indipendente)

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