Dalla Consob un nuovo Quaderno giuridico sul bail-in

IL TESTO – Un nuovo Quaderno giuridico dal titolo «La distribuzione di titoli Mrel dopo la “Brrd”. L’interazione tra regole prudenziali e di trasparenza» è stato pubblicato dalla Consob.  Lo studio analizza la distribuzione dei titoli da parte degli intermediari a seguito dell’obbligo introdotto dalla direttiva europea 59/2014 (Brrd – Bank recovery and resolution directive) di detenere un ammontare minimo di fondi propri e altre passività assoggettabili al bail-in (minimum requirement for own funds and eligible liabilities – Mrel).

I PRINCIPI – Il principio del “burden sharing” era già stato fissato dalla Commissione europea nel 2009 (con la propria Comunicazione sul settore bancario), spiega la Consob in una nota. Nel 2013, tuttavia, la stessa Commissione ha definitivamente chiarito che, ogniqualvolta una banca si dovesse trovare in una situazione di deficit di capitale, la eventuale concessione di aiuti di Stato deve ritenersi subordinata al preventivo ricorso da parte della stessa banca a tutte le misure possibili per ridurre al minimo tale costo. Ciò significa che le perdite devono essere assorbite prima dal capitale, poi dal c.d. capitale “ibrido” e, infine, dagli strumenti di debito subordinato (tipicamente le obbligazioni subordinate). Successivamente, il quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi di cui alla direttiva Brrd, ha introdotto l’obbligo per le banche di detenere un ammontare minimo di fondi propri e altre passività assoggettabili al bail-in (minimum requirement for own funds and eligible liabilities – Mrel), espresso in termini di percentuale sul totale delle passività e fondi propri. Il requisito Mrel serve pertanto a garantire che, in caso di risoluzione, la banca sia in grado di assorbire le perdite con risorse interne (capitale ed eligible debt). Inoltre, per le banche di rilevanza globale sistemica (too-big-to-fail), il Financial Stability Board ha introdotto prerequisiti ulteriori che hanno finalità simili al Mrel (si tratta della cosiddetta “total loss absorption capacity” – Tlac). Lo studio mostra come la stratificazione di queste norme fa sì che l’interazione tra gli obiettivi di stabilità finanziaria e di tutela dei consumatori, alla base della vigilanza bancaria e del quadro di risoluzione delle crisi bancarie, risulti in definitiva molto complessa. Tale complessità assume un rilievo particolare in relazione al collocamento di obbligazioni subordinate. Le emissioni di tali strumenti finanziari nei principali Paesi europei sono cresciute notevolmente, soprattutto nei Paesi con fondamentali macroeconomici meno solidi e che, alla fine del 2014, erano in circolazione titoli subordinati per oltre 500 miliardi di euro. Al contrario, le emissioni di debito senior si sono quasi dimezzate dal 2010 al 2015. Esiste inoltre una relazione inversa fra il peso delle subordinate e il livello di patrimonializzazione delle banche (misurato con il Cet1 ratio).

LE CONSEGUENZE – L’adeguamento ai requisiti Mrel (e Tlac) porterà verosimilmente a un ulteriore aumento dei titoli ibridi e subordinati in un contesto normativo nel quale sono stati progressivamente rafforzati i presidi di trasparenza a tutela dei risparmiatori. Il processo di distribuzione delle obbligazioni subordinate diverrà di conseguenza sempre più complesso, con la possibilità che gli intermediari si trovino esposti a rischi di contenzioso con la clientela. Al fine di minimizzare tali rischi, quello che dovrebbe essere un normale processo di marketing potrebbe trasformarsi in una serie di avvertimenti minacciosi che finirebbero per minare il successo di qualsiasi tipo di offerta. Sulla base di questo scenario, il nuovo Quaderno giuridico evidenzia come risulti estremamente importante che l’applicazione delle nuove regole di vigilanza e di risoluzione sia calibrata in funzione delle specificità delle singole banche, anche al fine di contemperare tra loro le tutele che l’ordinamento riconosce alla stabilità ed alla trasparenza. Tale calibrazione è consentita proprio dall’ordinamento europeo, laddove è previsto che una parte delle regole per le attività a potenziale rischio di bail-in (bailinable) dipenda proprio dalla discrezionalità riconosciuta alle autorità di risoluzione. In conclusione, lo studio argomenta che la proporzionalità, proprio per il suo carattere di norma “aperta”, può consentire di identificare regole chiare, ma al tempo stesso attuabili, per la commercializzazione degli strumenti Mrel. In caso contrario, le banche rischiano di trovarsi al centro di un conflitto tra standard “aperti”, in termini di calibrazione dei requisiti prudenziali e delle procedure di risoluzione, e stringenti regole per la protezione del consumatore. Con il conseguente rischio di dover collocare un ingente volume di titoli senza alcuna speranza di trovare un pubblico disposto ad acquistarli, conclude la nota.

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