Mifid 2, Megale: “Cosa non cambia”

Per spiegare alcuni tra gli effetti concreti della normativa Mifid 2, da oggi in vigore, proponiamo di seguito un estratto dell’analisi di Gaetano Megale, presidente di Progetica.

Oggi, 3 gennaio 2018, è entrata in vigore la Mifid 2. Vedremo l’impatto sul mercato e valuteremo gli esiti. Migliorerà sostanzialmente la qualità della consulenza finanziaria? La sua rigorosa applicazione formale potrà garantire che la consulenza sia erogata secondo “il miglior interesse del cliente”?

Probabilmente no e ciò per le stesse ragioni che hanno decretato il fallimento della normativa precedente. Infatti una normativa, per quanto specifica e pervasiva possa essere, non può intervenire e controllare tutti i comportamenti consulenziali dell’intreccio relazionale con l’utente.
Ad esempio, chi o cosa può garantire che la proposizione dei prodotti adeguati, conformi alla regolamentazione, sia effettivamente ciò che è utile e necessario per l’utente? Come la normativa può assicurare che il processo consulenziale sia orientato ad identificare le effettive priorità di tutte le  esigenze familiari sull’intero ciclo di vita?Oltre la normativa cogente vi è una ampia “zona grigia” che riguarda la qualità dei comportamenti consulenziali che dovrebbero essere conformi ai doveri deontologici professionali del consulente, quale quello di diligenza. E ciò si può valutare solo verificando la qualità del processo consulenziale e solo mediante descrittori comportamentali osservabili e condivisi dalla più ampia comunità professionale. In assenza di ciò la Mifid 2 produrrà, sosterrà e perpetuerà paradossalmente la falsa convinzione che sia sufficiente rispettare le norme per una consulenza di qualità, tralasciando qualsiasi degna valutazione della sua rispondenza ai principi etico-professionali tratteggiati nei codici deontologici.

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