La (buona) paga del cf: il modello di Fineco

Tra le modifiche normative introdotte dal pacchetto Mifid 2/Mifir alcune sono relative
alla retribuzione delle figure commerciali preposte alla vendita di prodotti e servizi d’investimento, mentre l’European banking authority (Eba) da parte sua ha espresso una serie di orientamenti relativi alle politiche e prassi di remunerazione relative alla vendita e alla fornitura di prodotti e servizi bancari al dettaglio.

OBIETTIVO TRASPARENZA – L’obiettivo comune delle nuove norme è tutelare i consumatori/ investitori da danni che potrebbero derivare da incentivi non corretti del personale di vendita, prevedendo per le mandanti l’obbligo di far sì che la maniera in cui esse remunerano gli intermediari del credito, piuttosto che i consulenti finanziari abilitati alla vendita fuori sede, non impedisca agli stessi di agire “in modo onesto, equo, trasparente e professionale, tenendo conto dei diritti e degli interessi dei consumatori”. Ma nel concreto come si sono organizzate la principali strutture italiane? FinecoBank, nella sua relazione sulla politiche retributive seguite nel 2016, ha spiegato di aver puntato a “una corretta definizione di livelli retributivi competitivi, equità interna e trasparenza” e di aver identificato, quale personale più rilevante per il 2017, 14 dipendenti e 7 consulenti finanziari. Per questi ultimi in particolare è stato adottato un rapporto 2:1 tra la retribuzione variabile e quella fissa, facendo riferimento in particolare alla remunerazione non ricorrente e alla remunerazione ricorrente.

TRA GUADAGNI E PERFORMANCE – Tale approccio, precisa FinecoBank nella sua relazione, consente di garantire un legame più solido tra remunerazione e performance, di limitare la rigidità della struttura di costo che potrebbe derivare da un potenziale aumento dei costi fissi, di garantire l’allineamento con la performance pluriennale, evitando la diminuzione della retribuzione differita.

IL BONUS POOL – FinecoBank ha adottato un
sistema di bonus pool legato alla profittabilità della banca, che vede l’attribuzione dei bonus in base
a una valutazione manageriale, tenuto conto del bonus disponibile, della valutazione individuale della prestazione in base a indicatori ponderati per il rischio e uno specifico valore di riferimento
per ciascuna posizione. I bonus sono costituiti al 50% da denaro 
e al 50% da azioni, è prevista una dilazione del pagamento fino a un periodo massimo di 6 anni, in linea con l’interesse degli azionisti. Ciascun pagamento è infine soggetto a condizioni di malus e claw-back, che sono legalmente applicabili.

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