Elezioni 2018, le promesse per banche e consulenti

Le elezioni politiche 2018 sono alle porte e il dibattito pubblico pullula di confronti tra i partiti. Una cosa che però pochi fanno è approfondire i differenti approcci economici proposti dai diversi schieramenti e praticamente nessuno si dedica a inquadrare le tematiche strettamente finanziarie.

Per colmare questa lacuna, senza avere la pretesa né la volontà di indirizzarvi politicamente su quello o su quell’altro candidato, la redazione di Bluerating ha deciso di provare a individuare gli elementi contenuti nei programmi dei principali partiti in corsa (quelli ascoltati nelle tribune politiche Rai, in ordine alfabetico) che potrebbero incidere direttamente sulla vita professionale di un consulente finanziario, sia questo ex promotore o autonomo. Buone elezioni politiche 2018 a tutti voi!

10 volte meglio
Una proposta che andrebbe a incidere sui professionisti della finanza è quella: “dell’apertura di Partita Iva solo in presenza di struttura aziendale, anche in outsourcing, con previsione di fatturato superiore a 80 mila euro, come indicato nel programma per le imprese”.

+ Europa con Emma Bonino
In riferimento al mondo bancario: “bisogna andare nella direzione del superamento dell’attuale assetto proprietario delle banche, rompendo il legame perverso che gli istituti di credito – tramite le fondazioni bancarie – hanno con la politica locale, causa principale della debolezza delle banche italiane. Anche in questo settore, è necessaria più concorrenza e più apertura agli investimenti esteri”.

Spostandoci sui professionisti: “le attuali agevolazioni burocratiche vigenti per i regimi dei minimi vanno estese a tutti i titolari di partita IVA fino a 60mila euro di fatturato e l’imposizione fiscale deve essere alleggerita per tutti. I lavoratori autonomi iscritti ad albi professionali o freelance devono essere liberi di poter scegliere a chi versare i contributi previdenziali mantenendo però un’aliquota minima da versare all’Inps per assicurarsi in caso di malattia, infortunio o maternità. Va definito un vero e proprio Statuto dei Lavoratori Autonomi per garantire simmetria ed equità tra amministrazione tributaria e piccole imprese.
Va ristabilito il diritto a pagare le tasse sui redditi conseguiti sull’anno, superando progressivamente l’obbligo degli acconti per i lavoratori autonomi, a cominciare da quelli con fatturati più bassi. Vogliamo anche estendere il limite, oggi pari a 5mila euro, della compensazione automatica dei crediti verso l’erario”.

Un elemento che potrebbe incidere sull’Ocf è il seguente: “Occorre rivedere il sistema degli ordini professionali, separando le funzioni di governo e disciplina da quelle di rappresentanza delle categorie. Non si può essere insieme organismo di governo e sindacato”.

Casapound Italia
In merito agli intermediari: “separazione netta fra banche commerciali e banche di investimento finanziario, tornando alla legge bancaria del 1936. Obbligo per banche commerciali e assicurazioni di investimento in titoli pubblici italiani. Divieto per banche ed imprese di detenere partecipazioni incrociate e a cascata.”

Sui prodotti commerciabili: “rigido controllo del commercio di prodotti finanziari derivati, responsabili delle crisi. Abolizione della possibilità di scambiare questi strumenti su: titoli di Stato, titoli di aziende pubbliche, banche di interesse nazionale, materie prime essenziali come gli idrocarburi e le derrate alimentari. Divieto di effettuare vendite allo scoperto sui mercati finanziari.”.

Civica Popolare Lorenzin
Sul fronte professionisti “flat tax per partite Iva e professionisti con reddito fino a 70 mila euro. Tassazione a 0 per i primi 3 anni di attività”

Forza Italia
A livello fiscale: “riforma del sistema tributario con l’introduzione di un’unica aliquota fiscale”. Non sono presenti riferimenti al mondo finanziario o bancario.

Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni
Per i professionisti “abolizione reale degli studi di settore e della scissione dei pagamenti Iva per Pmi e liberi professionisti. Innalzamento del regime dei minimi a 50mila euro”, mentre per gli intermediari: “nuova commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sugli scandali bancari e tutelare i risparmiatori. Rendere la vigilanza di Bankitalia e di Consob efficace perseguendo ogni conflitto di interesse. Separazione tra banche commerciali e banche di investimento anche per favorire il credito a famiglie e imprese. Tetto ai dividendi e agli stipendi per le banche aiutate con risorse pubbliche. Rendere pubblici i nominativi dei principali debitori insolventi delle banche aiutate dallo Stato, perseguire amministratori e dirigenti bancari responsabili di comportamenti scorretti nei confronti dei risparmiatori. Rafforzare la natura pubblica di Banca d’Italia anche nazionalizzando le quote di proprietà detenute da banche private. Ribadire la proprietà pubblica delle riserve auree e loro totale rientro sul territorio nazionale”.

Il popolo della famiglia
Nessun riferimento diretto ai professionisti o alle banche se non “l’inasprimento delle pene per reati di usura e bancari, a tutela dei risparmiatori”.

Insieme Italia Europa
Non sono presenti riferimenti espliciti ai professionisti o alle banche.

Italia agli Italiani
In merito al mondo finanziario è per “il ripristino della separazione tra banche di risparmio e banche d’affari”. Inoltre “Non accettiamo che il nostro destino sia deciso da organismi burocratici non eletti e da banche internazionali che sfruttano i popoli. Noi esigiamo il ripudio di tutti i debiti da usura verso le banche centrali, la creazione di una Moneta di Popolo, dichiarata proprietà dei cittadini che non viene prestata e quindi non crea debito o inflazione e la nazionalizzazione della Banca d’Italia”.

Lega
Partendo dalla fiscalità: “riforma del Testo Unico delle Imposte sul Reddito per superare il sistema ad aliquote multiple, scaglioni, detrazioni, deduzioni e bonus e introdurre un’unica aliquota fiscale coerente con la necessità di portare ristoro tributario alla maggior parte dei contribuenti a partire dai ceti meno abbienti, rispettando le esigenze di finanza pubblica previste dalla Legge. L’aliquota più congeniale a tale scopo è stata individuata al 15% e si applicherà al reddito famigliare. Soltanto due saranno gli scaglioni per l’ottenimento di una deduzione fissa di 3.000 euro. Il primo scaglione è formato da tutti i redditi famigliari fino a 35.000 euro entro il quale ad ogni componente il nucleo famigliare spetta la deduzione e il secondo scaglione invece da 35.000 a 50.000 euro che prevede la deduzione fissa solo per i famigliari a carico. Sono aboliti tutti gli obblighi di mantenimento della documentazione fiscale ai fini dell’ottenimento di detrazioni, deduzioni e bonus a vario titolo”.

Novità in merito ai professionisti: “abolizione di ogni forma di pagella fiscale volta a voler pre-determinare il reddito imponibile e quindi l’imposta per gli autonomi. La dichiarazione del contribuente deve essere sempre ritenuta fedele da parte dello Stato che non ha il diritto di entrare nel merito dell’andamento dell’attività economica. L’Agenzia delle Entrate potrà sempre contestare condotte in danno all’erario che debbono però essere diligentemente e oggettivamente dimostrate in sede di verifica fiscale.

E’ presente un capitolo dedicato alle banche (la cui premesa è che il “compito delle banche è di aiutare a generarlo, non disperderlo”) con le seguenti proposte:
“•Riforma di Basilea
Superamento dell’approccio dell’impianto di Basilea basato sul risk-weighted asset (e quindi le distorsioni legate all’utilizzo di modelli di rischio interni) con l’utilizzo di un indicatore di rischio più omogeneo e facilmente misurabile: il semplice coefficiente di leva. Il coefficiente di leva è dato dal rapporto tra capitale proprio e totale attivo di bilancio. Più basso è questo coefficiente di leva finanziaria, più le attività in cui l’istituto ha investito sono rischiose e quindi più alta è la possibilità per questa banca di incorrere in una crisi. Prendiamo ad esempio un istituto con un coefficiente di leva al 3%; nel caso di una variazione negativa superiore al 3% del valore del suo attivo di bilancio, il capitale proprio della banca verrebbe completamente azzerato.
• Riforma della vigilanza
Riforma delle Authority di vigilanza: Banca d’Italia e Consob. Il primo passo è stabilire chiaramente le competenze e i confini del raggio d’azione delle due istituzioni di controllo: per Banca d’Italia l’obiettivo deve essere garantire la stabilità del sistema finanziario nazionale, mentre per la Consob deve essere assicurare la tutela dei risparmiatori e la trasparenza sui mercati finanziari. Non devono esistere “spazi vuoti” di controllo o sovrapposizioni di competenze causate da scarsa chiarezza del mandato, come oggi accade. Banca d’Italia: La Banca Centrale Italiana deve essere l’ente che garantisce la stabilità e il funzionamento del sistema finanziario e monetario. Istituto di diritto pubblico le cui quote possono essere detenute solo dallo Stato e sono inalienabili. Inoltre chi lavora in Banca d’Italia non può né lavorare né fornire servizi di consulenza o altro tipo agli istituti sotto vigilanza diretta o indiretta per un periodo non inferiore a 5 anni (separazione delle carriere per evitare “porte girevoli” e conflitti d’interesse). •
• Separazione banche commerciali e banche d’affari
Prevedere il divieto per le banche commerciali, ovvero le banche che effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico, di effettuare attività legate alla negoziazione e all’intermediazione dei valori mobiliari, stabilendo la separazione tra le funzioni delle banche commerciali e quelle delle banche d’affari. Prevedere il divieto per le banche commerciali di detenere partecipazioni o di stabilire accordi di collaborazione commerciale di qualsiasi natura con i seguenti soggetti: banche d’affari, banche d’investimento, società di intermediazione mobiliare e in generale società finanziarie che non effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico. Prevedere il divieto per i rappresentanti, i direttori, i soci di riferimento e gli impiegati delle banche d’affari, delle banche d’investimento, delle società di intermediazione mobiliare e in generale delle società finanziarie che non effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico di ricoprire cariche direttive e di detenere posizioni di controllo nelle banche commerciali. Prevedere un congruo periodo, comunque non superiore a due anni dalla data di emanazione del primo decreto legislativo di cui all’alinea, durante il quale le banche possono risolvere le incompatibilità di cui alla presente legge. Prevedere un diverso trattamento fiscale tra le banche commerciali e le banche d’affari al fine di favorire le prime, tenuto conto della loro attività a sostegno dell’economia reale e in particolar modo in favore delle piccole e medie imprese.
• Tutela del risparmio
Se una banca fallisce non devono pagare incolpevoli risparmiatori che hanno affidato i loro soldi a banche in attività che consideravano prive di rischio. Il costo del fallimento di una banca deve essere sopportato da Banca d’Italia che evidentemente non ha ben vigilato e gli amministratori responsabili di un colpevole dissesto devono essere puniti con pene esemplari. I conti correnti devono essere garantiti da uno schema analogo alla garanzia federale americana sui depositi FDIC sino a 200.000 euro. Risarcimenti immediati agli obbligazionisti subordinati azzerati con riconoscimento del valore di acquisto dei titoli e ristoro pagato in titoli di stato di piccolo taglio (minibot) calcolato in congrua percentuale del prezzo di acquisto anche per i piccoli azionisti delle banche non quotate e dei piccoli azionisti di banca Etruria e Monte Paschi.
• Costi dei pos
Obbligo per le banche italiane di applicare il regolamento dell’Unione Europea che fissa i costi massimi per l’utilizzo del Bancomat (allo 0,2%) e delle Carte di Credito (allo 0,3%), attualmente disatteso con costi applicati ben superiori e insostenibili per gli operatori turistici i cui margini operativi sono già risicati”.

Liberi e uguali
In ambito finanziario e bancario: “Deve essere introdotta, possibilmente a livello europeo, una vera imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax) e va sostenuta la proposta europea di una tassazione sui profitti delle multinazionali, che impedisca loro di sfuggire all’imposizione nei paesi in cui realizzano i loro profitti. Nel frattempo va introdotta una vera web tax sui beni e servizi commercializzati via web da imprese multinazionali non residenti in Italia. Vogliamo mettere in atto un riordino del sistema dei controlli sull’attività bancaria e finanziaria, in un quadro più certo di responsabilità e poteri di Banca d’Italia, Banca Centrale Europea, Consob e magistratura; una rinnovata distinzione tra banche commerciali e di investimento; un più incisivo impegno dell’Italia nella definizione delle caratteristiche dell’Unione bancaria europea, a partire da proposte di correzione della direttiva sul bail in (Brrd), per assicurare la stabilità del sistema e per ristabilire la tutela del risparmio prevista dall’articolo 47 della Costituzione; la creazione di un fondo pubblico per l’acquisizione dei crediti in sofferenza garantiti da immobili, da destinare all’edilizia popolare con affitti calmierati”.

Lista del Popolo per la Costituzione
Su banche e finanza è: “necessario perseguire con convinzione l’emancipazione dalla dipendenza dai mercati finanziari, dal ricatto del debito pubblico e dalle agenzie di rating, e introduzione di regole che precludano ogni speculazione e manipolazione finanziaria perpetrata dalle banche d’affari. Soprattutto, dobbiamo ripristinare funzioni di liquidità primaria domestiche, per dare ossigeno all’economia, attraverso le seguenti iniziative urgenti:
• Cancellazione e ridenominazione del debito pubblico come “emissione di moneta”, per un importo pari a € 1.150 miliardi, corrispondenti ai titoli del Tesoro attualmente detenuti dalle istituzioni finanziarie dell’Eurosistema ed acquisiti attraverso la moneta bancaria che le banche hanno creato dal nulla. La posta “Emissione di moneta” resterà iscritta come aggregato permanente ed infruttifero nel bilancio del Tesoro in nome e per conto dei cittadini italiani;
• Riassorbimento prioritario dei titoli di stato italiani detenuti da soggetti non-residenti ed a carattere speculativo a beneficio di un collocamento di questi titoli nel mercato domestico. Ciò anche al fine di consentire l’impiego dell’enorme risparmio nazionale su operazioni di breve durata, garantite da specifiche norme. Queste includeranno: l’eliminazione delle procedure di bail in; la revisione delle clausole di azione collettiva; una sostanziale tutela dall’inflazione; il divieto per le banche di proporre alla propria clientela strumenti finanziari speculativi che distolgono il risparmio da impieghi più sicuri e meritevoli;
• Piena trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in banca pubblica con capacità di raccolta di finanziamenti a tasso zero presso la BCE (art 123 TUE) con riduzione graduale della quota di debito a titolo oneroso (BOT, BTP e CCT) gravanti sul Tesoro;
• Espansione della funzione di credito alle imprese da parte della CDP ed assegnazione ad essa di della funzione di regolamento del mercato interbancario (art.47);
• Valorizzazione del circuito delle Banche di Credito Cooperativo (BCC), come circuito di distribuzione di credito alle piccole e medie imprese che operano in contesti territoriali specifici, e difesa dai rischi di omologazione delle BCC al modello di banca universale a carattere speculativo che deriva dalla legge n. 49/2016 che ha convertito modificandolo il decreto legge 14 febbraio 2016 n. 18;
• Nazionalizzazione delle principali banche operanti nel paese, già salvate con denaro pubblico ed accesso delle stesse banche alle operazioni di rifinanziamento della BCE ed utilizzo dei fondi così raccolti per contribuire al piano di investimenti strutturali, volto alla piena occupazione, al rilancio del tessuto produttivo nazionale ed al rafforzamento dei servizi essenziali;
• Riforma del sistema bancario e finanziario per separare le attività, previste e tutelate dalla Costituzione, di tutela del risparmio e di finanziamento alle aziende ed alle famiglie dalle attività di natura meramente speculativa, utili solo al grande capitale sovra-nazionale che le usa per spogliare il Paese, affamando l’economia reale”.

Inoltre sarà prevista una “Tassazione delle speculazioni finanziarie”. Sempre sulle banche “Introdurre l’obbligo da parte delle banche di informare i clienti sulle procedura di verifica dei tassi da affidare ad agenzie esterne i”dipendenti”.

Movimento 5 Stelle
E’ presente un intero programma dedicato alle banche, che vi riportiamo qui sotto, i cui obiettivi dichiarato sono quelli di:
“• Nazionalizzazione/Riforma Banca d’Italia
• Riforma Attività di vigilanza,
• Risarcimento dei risparmiatori truffati,
• Separazione Banche commerciali/banche d’affari,
• Banca Pubblica per gli Investimenti – BPI,
• Sistema Pagamenti dei Cittadini – SPC,
• Legge Investimento e risparmio,
• Riforma tassi usura e divieto anatocismo bancario,
• Gestione crediti deteriorati,
• Riforma penale”.

Programma Banche 5 stelle

Tra le proposte più impattanti per chi lavora in banca quella di un fondo risarcimento mis-selling, che andrà a incidere anche sul tema dell’adeguatezza, tanto caro a Mifid 2: “Il mis-selling include diverse categorie di casi come vendite improprie o vendite di prodotti finanziari a soggetti che non avevano i titoli per acquistarle. Parliamo dei famosi questionari di “profilatura” e verifica “dell’adeguatezza del cliente” (MIFID) truccati dai funzionari bancari che dovevano vendere a ogni costo, trasformando per incanto risparmiatori con licenza media in laureati, e risparmiatori senza competenze economiche in esperti di borsa. Prevediamo che almeno il 30% degli emolumenti dei vertici bancari, e il 3% dell’utile 3 annuale di ogni banca, venga versato in questo fondo che verrà utilizzato per risarcire eventuali risparmiatori truffati. Un’altra nostra proposta prevede che il questionario venga obbligatoriamente redatto presso la Consob e non più dalle stesse società interessate alla vendita”.

Inoltre, in merito ai servizi di consulenza finanziaria: “Le proposte commerciali di prodotti finanziari strutturati non potranno più essere effettuate dalle banche commerciali perché i clienti retail, ossia i più protetti, per poter contrattare prodotti finanziari strutturati o complessi dovranno raggiungere lo status di cliente professionale. Prevediamo, inoltre, che il questionario di adeguatezza e profilatura della clientela venga redatto presso la Consob e non più presso le stesse banche”. Sul fronte dei professionisti è indicata “la riduzione degli adempimenti amministrativi e del numero di scadenze fiscali e la semplificazione e revisione dei codici Ateco”.

Noi con l’Italia
Per i professionisti: “Creazione di un sistema assicurativo contro il rischio di disoccupazione, anche per imprenditori e partite Iva. Applicazione della Flat Tax partendo dal ceto medio, cioè dai redditi tra 28.000 e 55.000 euro e possibilità per le partite Iva di concordare preventivamente il reddito, ottenendo una tassazione agevolata sulla parte eccedente”.

Sulle banche: “Riforma e unificazione della Vigilanza bancaria rendendo più snello ed efficace il ruolo di controllo nei confronti degli enti di credito per evitare che i default bancari che hanno colpito il Paese dal 2015 ad oggi si ripetano in futuro. Superamento dei vuoti normativi e risoluzione delle criticità dell’ordinamento bancario italiano che hanno reso possibili crac bancari degli ultimi anni. Interdizione dai pubblici uffici e da ruoli di rango simile per gli amministratori bancari dolosamente responsabili delle crisi bancarie ai danni dei risparmiatori”.

Partito Comunista
Il partito prevede “l’esproprio e nazionalizzazione di banche e assicurazioni”. Non sono presenti ulteriori riferimenti al mondo finanziario o bancario.

Partito Democratico
Nell’ambito dei prodotti finanziari: “estendere i PIR anche oltre l’attuale perimetro di legge per consentire alle piccole imprese innovative di competere di più e valorizzare il risparmio italiano”.

Per i professionisti: “estendere la misura degli 80 euro anche alle partite IVA e agli autonomi fino ai 26.000 euro lordi”.

Partito Repubblicano Italiano
In merito agli istituti bancari il partito sostiene che “le grandi rendite finanziarie si sono accresciute a discapito di una economia diffusa. L’analfabetismo finanziario dei clienti ha portato alla crescita di fenomeni di malaffare con le conseguenze che sono state sotto gli occhi di tutti. Lo Stato è responsabile di questa situazione per il mancato controllo della vigilanza istituzionale (art. 72 della Costituzione). Nuove norme per arginare quella che viene emergendo come una nuova prossima catastrofe per la gestione delle nuove monete elettroniche che si basano anche esse sulla credulità popolare”.

Partito Valore Umano
Non sono presenti riferimenti al mondo finanziario o bancario se non un riferimento alla “riforma del lavoro, rimodulazione dell’orario a 4 ore per ogni turno (a parità di stipendio)”.

Per una sinistra Rivoluzionaria
Il partito è per la nazionalizzazione del sistema bancario “mentre l’Istat ci dice che 18 milioni di italiani sono a rischio povertà, il governo ha stanziato la bellezza di 26 miliardi di euro per salvare le banche venete e il Monte dei Paschi di Siena. E questo potrebbe essere solo l’inizio, visto che l’intero sistema bancario italiano è in sofferenza a causa dell’alto numero di crediti deteriorati. Anche la Banca Centrale Europea ha pompato liquidità a piene mani sui mercati finanziari per tenere a galla le banche. Il conto di questo fiume di denaro è stato presentato alle popolazioni dei vari paesi europei attraverso le politiche di austerità.
In pratica tutti i sacrifici che ci hanno imposto sono serviti per consentire alle banche di mantenere alto il livello dei profitti, proseguire nelle loro speculazioni azzardate e premiare i manager responsabili del dissesto con liquidazioni a sei zeri. Nazionalizzazione del sistema bancario, senza indennizzo per i grandi azionisti e con garanzia pubblica per i depositi dei piccoli risparmiatori. Creazione di un’unica grande banca pubblica nazionale, in grado di mettere in campo gli investimenti necessari a rilanciare l’economia”.

Potere al Popolo
E’ prevista: “la nazionalizzazione della Banca d’Italia e la creazione di un Polo finanziario pubblico per il credito a partire dalla ripubblicizzazione di Cassa Depositi e Prestiti e delle principali banche”. Inoltre si chiede “il ripristino della separazione tra banche di risparmio e di affari”.

Sul fronte dei professionisti abbiamo: “l’abolizione degli ordini professionali, l’introduzione di un compenso equo ed esigibile per le lavoratrici e i lavoratori autonomi, e l’estensione ad essi degli ammortizzatori sociali previsti per il lavoro dipendente.

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