Renna (Banca Generali): “Così la tecnologia aiuta i consulenti”

Banca Generali lancia la sfida 
al fintech portando il digitale all’interno dei processi e delle funzionalità operative. “Stiamo rivedendo tutta la dinamica della banca in chiave digitale”, spiega il chief operation officer della società, Riccardo Renna (nella foto), quarantaduenne con una significativa esperienza nella consulenza sull’information technology per diversi istituti finanziari.

La tecnologia gioca un ruolo sempre più importante anche nel mondo delle reti. Come vi state muovendo in Banca Generali?


Ci siamo dati l’obiettivo di replicare nella tecnologia quel concetto
 di architettura aperta tipica del mondo degli investimenti. Siamo infatti convinti che questo nostro ruolo di hub tecnologico sarà un fattore chiave per la creazione di valore per i nostri consulenti e i nostri clienti.

Le reti come si inseriscono in questo approccio da hub?

Tutto ruota intorno alla centralità del consulente. La domanda che ci facciamo sempre è: come possiamo rendere più efficiente
 ed efficace il servizio dei nostri professionisti? Per una rete come la nostra, al vertice del settore con portafogli medi che si avvicinano ai 30 milioni pro-capite, una delle priorità è offrire servizi in tempi veloci e con accuratezza. Abbiamo chiamato questo approccio digital mindset, ed è uno dei fattori premianti che il mercato riconosce alla nostra banca.

In termini di progetti che priorità avete per il 2018?

Le novità sono diverse. Se non leggessi ogni mattina l’insegna della banca prima di entrare in ufficio, potrei dire di sentirmi come in una start up in continua evoluzione. Siamo sviluppando un nuovo portale per i nostri consulenti, in grado di fornire in tempo reale tutte le informazioni sull’esecuzione dei processi. Si tratta di uno strumento
costruito su misura alle nostre funzioni con tecnologia Pega che 
è quanto di meglio disponibile
 a livello internazionale. Stiamo 
poi consolidando il nostro spazio di applicazioni BG Store con le funzioni di digital collaboration per la firma digitale nei contratti.
Su questo versante i risultati ottenuti sono davvero importanti. A oggi l’incidenza dei contratti firmati in forma digitale è già superiore al 50%. Merita attenzione anche il lavoro nel nostro contact center che si serve di tecnologie
di robotica per velocizzare i tempi di risposta ai nostri consulenti e
ai clienti. Abbiamo poi in rampa
di lancio una nuova piattaforma anche per il robo-for-advisor che monitora l’attività quotidiana,
i profili e i portafogli dei nostri clienti. Infine nel secondo semestre dell’anno apriremo un nuovo capitolo: i servizi di trading e digital wealth management nati dalla partnership con Saxo Bank.

Come sta andando la piattaforma di consulenza evoluta?


Molto bene. Abbiamo già oltre 
 1,3 miliardi di euro di asset sotto consulenza. Considerando che siamo partiti circa un anno
fa, siamo molto soddisfatti del traguardo raggiunto finora. Procedendo di questo passo, a fine 2018 dovremmo avvicinarci alla soglia di 2,5 miliardi. E siamo sul giusto binario per raggiungere la soglia dei 5 miliardi di euro a fine 2020.

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