Consulenza finanziaria, ricavi sotto pressione in America

Il 2018 potrebbe essere l’anno in cui molti financial adviser americani rivedranno la loro struttura provvigionale e introdurranno una maggiore trasparenza sui costi addebitati alla clientela. La Securities and Exchange Commission (Sec) ha infatti indicato, nel suo programma di priorità del 2018, di voler colpire i danni per gli investitori dovuti a commissioni troppo elevate caricate dai consulenti finanziari che hanno omesso di rivelarle agli investitori. Concentrarsi su costi e relativa disclosure è sempre stato un punto fermo delle priorità indicate dalla Sec, ma quest’anno si è notata un’enfasi particolarmente alta. L’ufficio per le ispezioni di conformità e gli esami della Sec vuole infatti analizzare “attentamente i prodotti e i servizi offerti agli investitori al dettaglio, così come le divulgazioni (disclosure, n.d.r.) che essi ricevono su quegli investimenti”. L’attenzione degli ispettori della Sec si concentrerà su come le commissioni sono calcolate e rese note, comprese “quelle addebitate ai conti sotto consulenza, specie quando la commissione dipende dal valore del conto, per valutare se le attività sono state valutate in conformità con gli accordi presi con gli investitori, le informazioni integrative e le politiche e le procedure aziendali”. Per evitare problemi con la Sec occorrerà dunque stare molto attenti a non ricevere compensi diversi da quelli rappresentati dalle commissioni per i servizi di consulenza pagate direttamente dai clienti: sarà la fine degli inducement?

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