Consulenti finanziari senza tutele

Riportiamo di seguito il commento ufficiale di Federpromm-Uiltucs inerente al caso Sanpaolo Invest riportato da Bluerating.com.

Finalmente il coperchio della pentola in ebollizione è saltato, così a caldo replica Marucci della Federpromm ai commenti fiume raccolti dal sito Bluerating.com. Ci è voluto il coraggio di un collega ex pf del Sanpaolo Invest che stressato dalle logiche di produzione interne alle politiche commerciali e strategiche della rete – che vanta un organico con la collegata Fideuram di consulenti finanziari di oltre 5900 unità – ha iniziato a muso duro a dire pubblicamente e con voce alta – senza peli sulla lingua – la verità sulle reali condizioni di lavoro nello svolgimento della propria attività professionale. Un modo di esprimere la propria posizione con lealtà e franchezza – precisa una nota del sindacato – senza paure o condizionamenti che mettessero in discussione la buona fede e il senso di orgoglio con cui vengono esercitate le attività di lavoro a beneficio della propria clientela e delle regole di trasparenza di un mercato finanziario sempre più complesso e caotico.

Con la Mifid II le contraddizioni sono venute a galla precisa la Federpromm-Uiltucs – ed è manifesta la strategia dei grandi gruppi bancari che controllano le reti di vendita nell’adeguarsi a tale scenario che andrà a delineare un “oligopolio” di concentrazione in tutta l’area dell’intermediazione finanziaria e creditizia. E’ sicuramente un momento delicato e particolarmente negativo per alcune fasce di consulenti che vivono una situazione di mercato difficile mai verificatosi nella lunga storia della promozione finanziaria. Una professione – quella del cf – nata nel 1991 con la legge sulle Sim senza nessuna tutela giuridico-contrattuale e previdenziale. Si è istituito prima l’albo dei promotori e ancora oggi si è in attesa della nuova configurazione del nuovo Organismo dei cf senza poter dare a tali figure una stabile e credibile legittimità soprattutto sul piano contrattuale. La lunga crisi a cui abbiamo assistito dei mercati finanziari oggi ha presentato il conto: responsabili un po’ tutti, in prima fila il cf che ha un rapporto diretto e fiduciario con la clientela, sono stati strumento e manovra dal sistema senza capirne la natura sottostante dei rapporti di forza in essere.

Di fronte a tale logica di potere, o meglio di strapotere in mano al management delle aziende, si cerca di strumentalizzare e ghettizzare la figura del cf con portafogli modesti dimenticandone il senso del ruolo sociale e politico che svolge tale figura nella comunità dei risparmiatori ed investitori. Occorre – e i tempi sono oggettivamente maturi, conclude il presidente Marucci – una presa di coscienza collettiva della categoria per riconoscersi all’interno di un’organizzazione sindacale come la Federpromm-Uiltucs per tutelare gli interessi soggettivi, contrattuali, professionali, economici e previdenziali di tutti i consulenti finanziari.

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