Consulenti, come vivere di rendita

Tra i ruoli che l’archetipo ideale del consulente finanziario moderno dovrebbe avere, sicuramente ci dovrebbe essere quello di guida nelle esigenze del cliente. Esigenze che vanno conciliate, nella best practice, con le necessità dello stesso.

Ebbene, qualche volta potrebbe esservi capitato di incombere in controparti che, di fatto, potevano permettersi di vivere semplicemente facendo fruttare il loro patrimonio. Ecco perchè può essere molto utile approfondire il tema della rendita e a tal proposito vi segnaliamo un approfondimento a cura di Gianni Lupotto di Alfa Consulenza Finanziaria, tratto da ITForum.it. Buona lettura!

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha pensato di mollare tutto e riprogettare la propria vita con l’obiettivo di dare più spazio alle aspirazioni, coltivare le proprie passioni e ridurre nel contempo l’attività lavorativa.

A volte è qualcosa che nasce per necessità, per esempio per la perdita del lavoro; altre volte è una situazione inattesa, come può essere un’eredità; spesso è un progetto che viene accarezzato ma quasi sempre immediatamente accantonato. Si accantona perché lo viviamo come un sogno ad occhi aperti irrealizzabile senza neanche analizzarlo, oppure perché temiamo che sia poco accettabile a livello familiare o sociale. Di certo spesso manca a chi affronta la questione una metodologia solida per affrontarla.

Eppure, i numeri ci dicono che sarebbero molte le persone in grado di pianificare un nuovo stile di vita. Secondo i dati ISTAT e Banca d’Italia sulla ricchezza degli Italiani, il patrimonio medio della famiglia italiana è di € 351.000, quasi equamente distribuiti fra ricchezza finanziaria e immobiliare. La media però non dice tutto perché la distribuzione della ricchezza è piramidale. E quindi scorporando i dati si scopre che il 30% delle famiglie italiane, cioè circa 7 milioni e mezzo di famiglie, possiede una ricchezza di oltre 700.000 euro. Per non parlare del primo 10%, circa 2 milioni e mezzo di famiglie con a disposizione un patrimonio medio di oltre 1.500.000.

Il patrimonio a disposizione è chiaramente un buon punto di partenza, ma non è certo l’unica risorsa a disposizione per una buona pianificazione del progetto. Se si sta lavorando, una risorsa aggiuntiva è costituita dal TFR o dalla vendita dell’attività; inoltre l’impegno lavorativo può essere continuato a ritmi ridotti, oppure si può trasformare un precedente hobby in una attività part-time generatrice di reddito. Non va poi dimenticato che, ad un certo punto, si raggiungeranno i termini per la pensione e pertanto si aggiungerà il contributo della pensione maturata fino al momento del ritiro dall’attività lavorativa.

Vivere di rendita è un progetto costituito da numerose componenti, che vanno dosate e valutate individualmente, non replicabili con ricette preconfezionate. È un percorso che richiede una certa motivazione e determinazione, ma che in cambio restituisce senso di indipendenza, percezione di controllo e soddisfazione. Molte informazioni sul patrimonio attuale e sulle scelte familiari e motivazionali di fondo si possono raccogliere con le proprie forze, ma per approcciare scenari futuri e valutare l’impatto che alcune scelte possono avere nel lungo periodo è bene farsi affiancare da un professionista, dotato di esperienza concreta e di tutti gli strumenti di pianificazione che per un progetto così importante sono indispensabili. Occorre anche rifuggire le eccessive semplificazioni e le promesse illusorie di qualche venditore di fumo, in poche parole stare alla larga dalle troppo facili promesse della rete internet.

Quali sono dunque le principali componenti del piano? Sono nove:

  1. Fare un check-up del proprio patrimonio attuale: una fotografia di portafoglio finanziario e immobiliare, di accantonamenti e polizze, senza dimenticare crediti e debiti
  2. Conoscere quando si avrà diritto di andare in pensione e con quali importi
  3. Definire nel modo più chiaro possibile gli obiettivi e le motivazioni che spingono ad affrontare questo percorso, visto anche il quadro familiare e lavorativo attuale e prospettico
  4. Effettuare una analisi dello stile di vita e del fabbisogno attuale e prevedibile in futuro
  5. Definire la porzione di patrimonio che si desidera dedicare a specifiche attività o trasmettere alle future generazioni
  6. Valutare eventuali attività lavorative residue e calcolare le rendite previdenziali
  7. Analizzare e ottimizzare il contributo del patrimonio immobiliare al progetto
  8. Analizzare e ottimizzare il contributo del patrimonio finanziario al progetto
  9. Prendere consapevolezza degli scenari prospettici e scegliere il primo passo da fare

Ciascuna fase è funzionale alle fasi successive e in particolare le fasi da 3 a 8 possono essere sviluppate in maniera interattiva, in un processo di approssimazioni successive fino a trovare una soluzione ottimale.

In una serie di articoli successivi nelle prossime settimane esamineremo e approfondiremo via via le singole fasi del progetto.

 

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