Fineco, la santa alleanza tra robo advisor e cf

Nel segno dell’alleanza tra robo advisory e consulenti finanziari, Finecobank ha presentato oggi a Milano “Fineco Plus”, la nuova piattaforma di consulenza multicanale, integrata nel conto corrente e attraverso la quale consulenti e clienti potranno monitorare gli investimenti con una precisione di dettaglio mai attuata in precedenza dalla banca. Un caso concreto di fatto di come la Mifid 2 stia spingendo i competitor della consulenza finanziaria a una trasparenza e chiarezza maggiore e più proficua sul terreno della relazione tra professionisti e risparmiatori. Con Fineco Plus l’intero ciclo di vita della consulenza si svolge in modalità digitale e paperless: dalla diagnosi, all’attivazione del servizio, al monitoraggio, fino alla reportistica. “Plus”, ha spiegato Paolo Di Grazia (nella foto), vice direttore generale di FinecoBank, “rappresenta l’evoluzione del concetto di cyborg advisory, con il cf al centro della strategia contornato dalla tecnologia messa a disposizione da Fineco. Il sistema è focalizzato su due pilastri: il primo motore che crea l’asset allocation e i portafogli e il secondo che offre una rappresentazione delle performance della consulenza in un orizzonte temporale. Di fatto Fineco Plus è un robo advisor gestito dal consulente”.

Le differenze con il servizio Advice. Fineco Plus segue in ordine di tempo “Advice”, l’altra piattaforma di consulenza messa in campo dalla banca guidata dall’a.d. Alessandro Foti, oggi utilizzata da 2000 dei 2600 consulenti finanziari e con un perimetro di masse sotto advisory pari a 7,5 miliardi di euro. Le differenze tra le due piattaforme sono le seguenti: costi e strumenti sotto consulenza. Fineco Plus ha un sistema di remunerazione del tipo “fee on top”, cioè con una fee massima dell’1% (“che varia a determinate condizioni di asset class”, ha spiegato Di Grazia in  conferenza stampa) più le commissioni tradizionali sul prodotto, mentre “Advice” ha una tariffazione “fee only” (a parcella, senza altre commissioni sui prodotti inseriti nel portafoglio sotto consulenza) che può arrivare a un tetto di 2,20%. La seconda differenza è nel perimetro dei prodotti inseriti nella consulenza che è più ampio nel caso di Fineco Plus, che prevede fondi, Etf, azioni e obbligazioni mentre Advice è sostanzialmente centrata sui fondi e in parte Etf.

Il target. Tra i due servizi non ci sono differenze sul target: sono entrambi indirizzati ai già clienti e a nuovi e potenziali clienti, indipendentemente dall’entità del patrimonio investito. Riguardo Fineco Plus, con la sua ampia diagnosi del portafoglio  (relativa a performance in un arco temporale, eventi macroeconomici accaduti nel periodo di osservazione, confronto tra performance portafoglio e andamento degli indici, cedole e dividendi, indice di efficienza del portafoglio in termini di rischio rendimento, indice della qualità degli strumenti in portafoglio, grado di diversificazione del portafoglio), può aiutare significativamente il consulente ad acquisire clienti con investimenti presso altri intermediari o a convincere clienti fai da te di Fineco a farsi assistere. Può rivelarsi un efficace supporto anche con i clienti già serviti da tempo purché il consulente Fineco, una volta mostrata la differenza tra la pianificazione attuata e quella proposta da Fineco Plus nella simulazione migliorativa in termini di rischio/rendimenti e mix di diversificazione degli strumenti riferita agli anni precedenti, sappia rispondere efficacemente alla possibile obiezione del cliente, “Scusa, allora avrei potuto guadagnare di più in questi anni?”.

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