Consulenti, tecnofobia pussa via

Si è parlato spesso del rapporto spesso conflittuale tra i professionisti della consulenza finanziaria e il mondo digitale. C’è chi ritiene che si tratti di alternative in competizione e chi invece riesce a scorgere diverse sinergie finalizzate al miglioramento del servizio. Oggi vogliamo portarvi le ragioni di quest’ultima posizione, bene esplicitate da una riflessione a cura di Andrea Zirilli di Adecco Group, ospite del prossimo Forum Nazionale sulla Consulenza Finanziaria, nella sessione Capitale Umano e consulenza Finanziaria, che si svolgerà il 16 maggio 2018, presso Palazzo Mezzanotte in Milano, organizzato da Ascosim.

“La tecnofobia è un virus antico e questo sta colpendo anche il mondo degli intermediari finanziari.
Dire che l’intelligenza artificiale, il lavoro dei robot e l’automazione distruggano posti di lavoro, ritengo sia un’affermazione non corretta. Se pensiamo all’Industria, si utilizza la tecnologia non solo per produrre a più buon mercato, ma se ne serve per offrire prodotti migliori.
Sarebbe forse più corretto dire che la rivoluzione digitale contribuirà ad un netto ripensamento del lavoro nel mondo bancario/finanziario.
L’innovazione implica dei profondi cambiamenti culturali e organizzativi e questi passano sicuramente dal capitale umano. Chi vuole innovare non può improvvisare. Servono azioni di miglioramento delle competenze e delle conoscenze che diano strumenti concreti per orientarsi e navigare agevolmente in un mondo che evolve molto velocemente.
Ad esempio se oggi la filiale bancaria è il centro della “customer experience”, nel futuro prossimo questo ruolo potrebbe essere assunto da strumenti alternativi anche a distanza che diventerebbero il punto focale del rapporto: ovvero la capacità di rendere la relazione con il cliente efficace ed efficiente sempre, comunque e dovunque.

Per fare questo la parola d’ordine sarà flessibilità. La conseguenza potrebbe essere magari la creazione di figure di freelance al servizio di varie banche o la necessità di ridisegnare le modalità di organizzazione del lavoro per migliorare la produttività spostandosi da un concetto di presenza ad uno di risultato.
Un ultimo aspetto sarà ovviamente quello della formazione per portare avanti un’attivita di upskilling per colmare il digital gap della propria forza lavoro”. 

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