Fare consulenza è sempre più un mestiere al femminile. Lo dicono i numeri, ma non solo. Negli ultimi cinque anni la percentuale di iscritte all’Albo è cresciuta del 31,2%. Nell’intervista Manuela Malchi, wealth manager di Banca Generali Private, 
ripercorre la sua esperienza professionale.
Cosa significa per lei fare consulenza finanziaria?
Ho iniziato il mio percorso professionale all’interno del mondo finanziario nel 1979 affiancando un agente di cambio nella quotidianità del lavoro presso la Borsa Valori di Milano, inizialmente come impiegata, quindi come procuratore alle grida. Al tempo, il settore era piuttosto precluso verso le donne, tanto che ve ne operavano solamente 25 rispetto agli oltre mille uomini: non sono stati anni facili, ma sicuramente hanno contribuito in maniera decisiva alla mia formazione finanziaria.
Quali sono state le tappe salienti della sua carriera?
Con l’avvento delle SIM, nel 1992 sono approdata in Comit (Banca Commerciale Italiana), restandoci fino alla sua fusione con Banca Intesa e operando dal 1999 nella sua divisione di Private Banking a Milano. Nell’aprile 2007 ho quindi cominciato una nuova avventura come private banker presso Banca BSI Italia, in seguito incorporata all’interno di Banca Generali, dove lavoro tuttora nelle fila della divisione Private.
Quali sono le caratteristiche che le hanno permesso di farsi valere nel suo lavoro?
Personalmente, mi descrivo come una persona precisa e metodica. Nonostante il mio portafoglio sia già oggi impegnativo, accetto la sfida di crescere ancora dal momento che il lavoro di private banker riesce a darmi molte soddisfazioni, a cominciare dalle manifestazioni di fiducia dei clienti che aiuto nelle scelte chiave per una corretta pianificazione patrimoniale. Sposata e madre di un figlio, sono appassionata di sci, equitazione e soprattutto golf, passione che coltivo da 5 anni e che ho trasmesso anche in famiglia.