L'economia cinese non teme le catastrofi naturali

L’inflazione, il terremoto a Sichuan (nella foto) e le tempeste di neve non fermeranno la crescita della Cina.

E’ questa l’opinione di William Yuen, gestore del fondo Invesco Asian Consumer Demand, secondo cui l’economia cinese continuerà a dimostrare capacità di ripresa grazie a una domanda dei consumatori che si dimostra un tema di lungo termine.

Basti pensare che nel primo trimestre del 2008 il Paese asiatico ha continuato a registrare una solida crescita del 10,6% anno su anno, nonostante il rallentamento globale. «Inoltre – spiega il gestore – le vendite al dettaglio di aprile sono aumentate del 22% rispetto al dato dello stesso periodo dell’anno scorso».

Numeri impressionanti che non dovrebbero risentire della situazione globale, «sebbene la recessione USA avrà inevitabilmente un impatto sulle esportazioni cinesi, l’economia rimane sana avendo a disposizione grandi riserve di valuta straniera e una crescita equilibrata delle entrate composta sia dalle esportazioni sia dai consumi interni».
 

L’esperto si aspetta che la crescita dei consumi delle famiglie accelererà ancora raggiungendo un tasso composto annuale del 10,2% tra il 2007 e il 2011, contro un 8,2% dei 5 anni precedenti.
 

Un’altra spinta alla crescita potrebbe venire dall’imminente apertura delle olimpiadi. «Tuttavia – spiega Yuen – visto che durano due settimane, è difficile quantificare l’impatto sulla crescita dei consumi. Ciononostante, le olimpiadi a Pechino sono viste come piattaforma di partenza per una maggiore consapevolezza sia dei consumatori locali sia stranieri».
 

La crisi energetica e l’inquinamento sempre crescente, secondo il gestore, non riusciranno a far deragliare questo paese dalla sua crescita costante. «Il governo cinese – spiega l’esperto – si sta occupando delle infrastrutture e spenderà 2.800 miliardi di Ren Min Bi in elettricità nell’11° piano quinquennale. Inoltre, sta dedicando ingenti risorse a progetti di protezione ambientale (a livello pubblico e privato) per portare, gradualmente, il Paese a standard internazionali».

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