Come triplicare gli asset gestiti in tre anni

La divisione asset management del gruppo Natixis è cresciuta negli anni, a livello mondiale, attraverso un processo di acquisizione e costruzione di partnership di lungo periodo con società di gestione di qualità e poggiando le proprie fondamenta su un principio di indipendenza nell’approccio agli investimenti. «Il successo del gruppo – secondo Antonio Bottillo, a.d. di Natixis Global Associates Italia SGR intervistato da HEDGE – può essere senz’altro identificato nella libertà che ogni società di gestione, appartenente alla nostra struttura multi-boutique, mantiene nell’applicazione di un proprio stile e disciplina d’investimento».
Il gruppo si è inoltre dotato di una piattaforma distributiva internazionale, Global Associates, costituita da presidi locali presenti sui cinque continenti, attraverso la quale è possibile assicurare anche ai clienti italiani un punto di accesso privilegiato a nomi di prestigio che operano a livello mondiale e ad oltre un centinaio di strategie d’investimento tradizionali e alternative.

Quale sarà la strategia per la crescita in Italia?
Sono recentemente stato nominato a.d. della SGR con l’incarico di rinforzare ulteriormente la nostra presenza sul mercato italiano. L’attività dell’asset management del gruppo Natixis in Italia, presente fin dal 2001, si articola attraverso due entità.
Da un lato la presenza di una società di gestione di diritto italiano assicura l’offerta di servizi finanziari dedicati alla clientela di tipo prevalentemente istituzionale quali fondazioni bancarie, fondi pensione negoziali e preesistenti, casse di previdenza, banche, assicurazioni ed altre istituzioni finanziarie, enti pubblici. Dall’altro, accanto alla SGR opera una succursale di Natixis AM, con l’obiettivo di promuovere i prodotti aperti gestiti all’interno del gruppo. Ambedue le strutture sono attualmente sotto la mia responsabilità.

Quali sono gli obiettivi in termini di masse gestite?
Gli obiettivi vengono considerati congiuntamente in base alla formalizzazione di un piano d’attività triennale che al 2010 prevede il raggiungimento di una massa media pari a circa 3 miliardi di euro, ovvero ad una triplicazione degli asset originati.
 
Su quali prodotti punterete maggiormente?
Viene messa a disposizione della clientela istituzionale l’accesso a expertise di gestione mobiliare e immobiliare maturate dalle nostre filiali di gestione sulle diverse asset class specializzate per stile, area geografica che ben si adattano, offrendo una risposta concreta alla crescente necessità del settore istituzionale di effettuare le proprie scelte di allocazione dei capitali secondo un approccio core-satellite. La promozione di prodotti aperti rappresentativi delle strategie disponibili all’interno del gruppo viene consentita attraverso la promozione di due Sicav, una di diritto lussemburghese e l’altra di diritto irlandese autorizzate in Italia.

Dopo i minimi toccati lo scorso marzo crede che sia terminata la fase di mercato ribassista?
Relativamente al contesto di mercato, siamo dell’avviso che il fallimento della rinomata banca americana Bear Stearns e il successivo intervento da parte della Federal Reserve abbia rappresentato un punto cruciale per i mercati finanziari, concedendo una distensione dei timori e lasciando presagire che, forse, il peggio sia passato.
Da parte nostra, continuiamo ad avere una visione neutrale sul mercato azionario. La volatilità resta ancora elevata e, seppur in presenza di un sentiment in generale più positivo rispetto ad alcuni mesi fa, non escludiamo un ritorno in zona negativa a medio/lungo termine.

Quali sono le aree geografiche che preferite maggiormente?
In termini di aree geografiche, consideriamo il mercato azionario americano più difensivo rispetto a quello europeo e giapponese. Riteniamo, in altri termini, che in America si possano trovare maggiori opportunità in termini di valuation.

Il numero uno di Assogestioni, Marcello Messori, recentemente è tornato sul problema del risparmio gestito suggerendo il lancio di prodotti più innovativi e a basso costo; altri parlano della necessità di separare produttori da distributori in modo da creare più concorrenza ed evitare conflitti di interesse…
A nostro avviso la crisi che sta attraversando l’industria del risparmio gestito in Italia risiede principalmente nella necessità di procedere a una innovazione e a elevare la qualità dei prodotti. L’idea di separare le SGR italiane dall’appartenenza al settore bancario potrebbe, in effetti, facilitare l’avvio di un mercato maggiormente competitivo in termini di prodotti e quindi permettere di pretendere un’adeguata remunerazione quale incentivo per innovare l’offerta e creare prodotti ad elevato valore aggiunto. 

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