Alessandro Profumo e la campagna Germanica

SZ: Signor Profumo, avete pianificato di ridurre il personale per circa 2.500 posti di lavoro in HVB. Quella che prima era una orgogliosa banca bavarese sta diventando poco a poco una piccola succursale tedesca di UniCredit. Saprà sicuramente che così facendo sta perdendo di popolarità in Germania?

Profumo: La Germania è uno dei mercati principali del nostro Gruppo. Nessuno vuole “fare a meno” delle persone. Tuttavia vogliamo creare una banca di successo in tutti i campi di attività e in tutti i paesi.

SZ: E non è questo il caso della Germania?

Profumo: Prevalentemente sì. Abbiamo una Divisione Wealth Management di successo, e l’Investment Banking sta andando bene, nonostante la crisi finanziaria, e il Corporate Banking è in forte crescita. Il Retail Banking sta migliorando dopo un periodo poco profittevole.
Ciò nonostante, dobbiamo ancora fare molti passi in avanti da questo punto di vista.

SZ: Come pensa di raggiungere questo obiettivo?

Profumo: Lavoriamo affinchè HVB diventi banca di riferimento per i clienti retail concentrandoci sulle nostre competenze. HVB già oggi fornisce ai suoi clienti servizi di consulenza di ottimo livello.

SZ: Corretto – ma che cosa intende con “una banca focalizzata sulle competenze”?

Profumo:
dobbiamo concentrarci sempre di più sui nostri punti di forza, cioè i servizi di consulenza e i prodotti di alta qualità da offrire a specifici segmenti di clientela.

SZ: La stessa cosa che hanno in mente i vostri competitors.

Profumo:
Certo, e per ovvie ragioni; tutti siamo pagati per dare buoni risultati, ma grazie al nostro network internazionale, abbiamo un posizionamento migliore rispetto ai nostri competitor.

SZ: Da quando è alla guida, molti membri del Management Board di HVB hanno dato le dimissioni, e molti dipendenti si sentono frustrati. Sono molti a sostenere che lei abbia “la mano pesante” nell’esercitare il suo ruolo. Lei come si spiega la cosa?

Profumo: Non credo che i nostri colleghi si sentano frustrati. Alcuni sono preoccupati, ed è comprensibile. I mercati dell’Europa Orientale e Occidentale si stanno sviluppando in maniera diversa, e questo spiega perché ridurremo la nostra forza lavoro di 9.000 unità in Europa Occidentale nei prossimi tre anni, mentre continueremo a crescere e creare nuovi posti di lavoro nell’Europa dell’Est. Ma le  posso assicurare che il nostro piano è equo. Comunque il maggior numero di uscite è previsto in Italia, non in Germania.

SZ: In altre parole, ci sta dicendo che non dovremmo essere troppo tedeschi nel modo di pensare?

Profumo: Sì, dovreste pensare in una prospettiva europea. HVB, infatti, è parte di un grande Gruppo bancario europeo, ma sfortunatamente, molte persone tendono a dimenticarlo. I colleghi di Monaco beneficiano del fatto che il business in Europa Orientale stia crescendo rapidamente.

SZ: Lei sottolinea spesso che UniCredit è la Banca più forte in Austria, Polonia, Bulgaria, Croazia e Bosnia. Quindi i colleghi di HVB dovrebbero iniziare a pensare di trasferirsi a Varsavia in via precauzionale?

Profumo: Capisco questo appunto, ma soltanto una piccolissima percentuale di lavori sarà interessata dai processi di outsourcing verso paesi con salari più bassi.



SZ: Cerchi di spiegarlo alle persone interessate, quelle che perderanno il posto di lavoro nei prossimi mesi.

Profumo: Non voglio dare l’impressione di non sapere quali sono i problemi qui, che stiamo parlando di persone, del loro destino di individui e delle loro famiglie. Anch’io sono un essere umano – ma d’altra parte sono anche un manager. E in quanto tale, devo operare per il costante miglioramento della nostra efficienza, in modo che la nostra resti un’azienda di successo anche in futuro.

Possiamo solo concordare le fuoriuscite necessarie attraverso un  dialogo costante con i rappresentanti dei lavoratori per rendere l’intero processo il più socialmente compatibile possibile, approfittando anche delle naturali fluttuazioni della forza lavoro.

SZ: Forse avrebbe dovuto comunicare in maniera più chiara alle persone le conseguenze di un’acquisizione di questo tipo.

Profumo: Non vedo il problema. Provi ad immaginare se HVB si fosse fusa con una banca tedesca – in quel caso la questione delle riduzioni di personale sarebbe stata ancora più drammatica di quella di cui stiamo parlando oggi.

SZ: Eppure, lei ha sottovalutato l’impatto psicologico su molti colleghi di HVB che oggi si sentono “comandati” da Milano. Soltanto un esempio: era proprio necessario sostituire il vecchio indirizzo e-mail di HVB con quello UniCredit?

Profumo: Sì, assolutamente. Siamo un Gruppo Europeo e questo deve riflettersi in ogni aspetto, anche nella posta elettronica. È necessario sentire il senso di appartenenza, essere parte di un insieme più grande.

SZ: Detto ciò, quando è che il nome “HypoVereinsbank” scomparirà completamente?

Profumo: Non abbiamo intenzione di eliminare il nome HypoVereinsbank. Dopotutto, abbiamo recentemente adottato un nuovo logo per HypoVereinsbank, per sottolineare l’appartenenza al nostro Gruppo. Abbiamo implementato questa nuova immagine in tutti i paesi per permettere ai nostri clienti di riconoscere immediatamente tutte le banche che fanno parte del nostro Gruppo.

SZ: È un approccio tipicamente italiano quello di prendere decisioni drastiche e di governare con rigore come Cesare, ossia dall’alto verso il basso?

Profumo: Direi di no, non corrisponde alla nostra immagine. Per quanto riguarda UniCredit, sì, la nostra cultura aziendale è orientata al raggiungimento dei risultati. Dobbiamo mantenere le nostre promesse fatte agli azionisti e ai mercati finanziari.

SZ: Possiamo anche dire che questa è la cultura di una grande società di consulenza americana, come McKinsey, dove un certo Alessandro Profumo ha lavorato prima di entrare in banca.

Profumo: Questo è un mito che riemerge ogni volta. Ho lavorato dieci anni in una piccola banca regionale, poi ho lavorato solo un anno e mezzo per McKinsey e mi sono subito spostato di nuovo. L’attività svolta in McKinsey rappresenta solo uno stereotipo sul quale le persone continuano ad insistere.

SZ: .Quindi, come descriverebbe il suo stile di leadership?

Profumo.
Non amo annunciare cose che non riesco a realizzare. E sì, ok, ammetto di non avere un carattere facile.

SZ: Con tutto il rispetto: possiamo dire che lei non rappresenta il “tipico” italiano, vero?

Profumo: Sono definito il manager più tedesco d’Italia.

SZ: Lei è solito prendere decisioni di lungo o di breve periodo?

Profumo: Ho un’ottica di lungo periodo, se così non fosse, non avrei optato per HVB tre anni fa. E non dimentichiamo che, all’epoca, molte persone sostenevano che la Banca fosse un “boccone amaro”. Con un approccio di breve termine, l’acquisizione non sarebbe mai avvenuta.

SZ: Giusto per la cronaca: ha acquisito HVB perchè era interessato ad un progetto di lungo periodo ma, in realtà, era intenzionato ad acquisire l’ex controllata di HVB, Bank Austria, e il suo business nell’Europa dell’Est, non è così?

Profumo: L’ho fatto perchè credevo nel management, ed avevo ragione nel farlo. Sono convinto che una grande banca europea richieda una forte presenza in Germania.


SZ: Eppure molti osservatori continuano a credere che HVB sia stata utilizzata soltanto per far acquisire al Gruppo una posizione
di leadership in Europa Orientale.

Profumo:
Questa posizione di leadership è uno dei punti di forza dell’intero Gruppo, ma non è assolutamente stato l’unico motivo del nostro interesse.

SZ: In altre parole, non rinuncerete a HVB?

Profumo: Assolutamente no! Siamo un Gruppo di successo e conseguiremo risultati anche migliori in futuro. Sono certo che anche in Germania sia possibile raggiungere un ROE del 20% con le attività di retail banking.

SZ: E’ così importante il retail banking per la vostra strategia? Che cosa farà se non riuscirete a raggiungere gli obiettivi previsti? Abbandonerà la nave?

Profumo: No, questo non accadrà. Per noi il retail banking in Germania ha un’importanza strategica, ma quello che dobbiamo fare è ridurre il numero di transazioni ai nostri sportelli. E’ inoltre necessario trovare altri modi per raggiungere i nostri clienti, ad esempio attraverso i call center, le carte o i canali online. Abbiamo bisogno di centri di consulenza di eccellenza in cui poter parlare con i nostri clienti dei finanziamenti richiesti e dei loro investimenti, e dove gestire il loro patrimonio.

SZ: In caso di fusione fra Dresdner Bank e Commerzbank avremmo un secondo ‘campione’ nazionale a fianco di Deutsche Bank. La preoccupa un’eventualità del genere?

Profumo: Per nulla. Il nostro vantaggio è essere una banca europea – a differenza dei ‘campioni’ nazionali, noi siamo presenti in 23 Paesi e abbiamo eccezionali vantaggi derivanti dalle economie di scala all’interno del nostro Gruppo. Inoltre io ritengo che l’imminente consolidamento fra istituti bancari in Germania sia un fattore positivo per noi; ogni integrazione richiede molto tempo per essere portata a termine, e potremo sfruttare questa fase a nostro vantaggio passando all’attacco.

SZ: In Germania non si vendono banche tutti i giorni. Non ha mai preso in considerazione Dresdner Bank?

Profumo: No, sebbene Dresdner Bank sia piuttosto forte nel corporate banking; gli azionisti non mi pagano solo in base alle dimensioni del Gruppo, ma per creare valore.

SZ: Ci troviamo ancora nel bel mezzo di una crisi finanziaria. Ciò comporta, da un lato, la possibilità di fare acquisizioni in ambito bancario a un prezzo favorevole. Dall’altro, tuttavia, risulta difficile calcolare i rischi connessi a queste operazioni.  Ritiene che il momento attuale sia favorevole per le fusioni fra banche?

Profumo: No. Ed è proprio per questo motivo che non assisteremo a molte acquisizioni né fusioni nel prossimo futuro.

SZ: Quindi sarebbe meglio attendere ancora qualche mese prima di concordare operazioni di fusione fra banche?

Profumo: Ritengo che si dovrebbe attendere molto a lungo e non solo pochi mesi.

SZ: Detenete il 95% di HVB e offrite agli azionisti di minoranza 38,26 EURO per le loro azioni. Loro si lamentano che è troppo poco. Perché non accetta semplicemente di pagare un po’ di più?

Profumo:
Consideriamo per un momento il titolo HVB e quanto vale rispetto a Deutsche Bank o Royal Bank of Scotland. HVB vale di più di Deutsche Bank e ha una valutazione di 2,7 volte superiore a quella di Commerzbank. E sa perchè? Da quando abbiamo presentato la nostra offerta, il prezzo del titolo HVB è stato garantito, mentre tutti gli altri titoli finanziari hanno subito fluttuazioni a causa della crisi dei mercati finanziari. Se non ci fosse stata la nostra OPA, oggi le azioni di HVB varrebbero la metà, nella migliore delle ipotesi.

SZ: E ciò nonostante è in corso questa controversia giudiziaria con gli azionisti di minoranza.

Profumo:
Chi sostiene che offriamo troppo poco per queste azioni è decisamente sfrontato. Oppure è un avvocato specializzato in diritto societario.

SZ: Gli azionisti di minoranza mettono in dubbio la validità delle risoluzioni adottate in occasione dell’ultima Assemblea Generale Annuale degli Azionisti del 2007, sostenendo di non essere stati informati in modo esauriente dal Management e dal Supervisory Board in occasione della cessione dell’ex controllata di HVB – Bank Austria – a UniCredit per diversi miliardi.


Profumo:
Questo non è vero. Basta leggere le motivazioni per la contestazione delle risoluzioni in tribunale: un ricorrente ha detto di essersi slogato un dito del piede perchè un addetto alla sicurezza ha cercato di impedirgli di salire sul palco durante l’Assemblea; un altro ha criticato il colore della passatoia che portava alla sala conferenze dove si teneva l’Assemblea degli Azionisti. Non mi pare che queste motivazioni possano essere prese seriamente.

SZ: Avvocati proattivi, azionisti contestatori, sindacati forti: immaginava che il “matrimonio” con HVB avrebbe preso questa piega?

Profumo: Le dispiace se mi esprimo senza giri di parole?

SZ: Faccia pure.

Profumo
: Mi sono orientato verso la Germania perché è la principale economia europea e perché ritengo, come manager, che qui ci siano buone opportunità di business. Ma i mezzi di tutela a disposizione degli azionisti di minoranza qui in Germania, e le limitazioni imposte ai diritti degli azionisti di maggioranza, vanno a scapito del mercato finanziario tedesco. In realtà non viene garantita una tutela agli azionisti di minoranza, ma agli avvocati che ci stanno rendendo la vita difficile e mirano a guadagnare molto con le loro azioni.

SZ: Abbiamo forse bisogno di una nuova legislazione in materia qui in Germania?

Profumo: A mio parere sì – assolutamente! Non nel nostro interesse, ma nell’interesse della Germania come piazza finanziaria. Se oggi, come manager, dovessi decidere se presentare la domanda di quotazione in borsa della mia azienda a Francoforte o a Londra, quale pensa sceglierei?

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