Panic-selling: i promotori alle prese con le domande più fantasiose

Il taglio dei tassi deciso dalla BCE, oltre che dalla FED, non sembra cambiare granché la situazione. Tra gli investitori sembra permanere ancora il “clima da panico”.

Almeno questo è il sentiment che trapela dalle interviste rilasciate da alcuni importanti promotori, interpellati da bluerating sulla condotta degli investitori in questo momento di caos.

Come spiega Roberto Bertocchi, regional manager di Finanza & Futuro Banca, “nelle ultime settimane si è assistito ad un 20-25% di telefonate in più, oltre la consueta routine, dei risparmiatori angosciati” .

“Molte domande – spiega il professionista – vertono sui rischi connessi ai pronti contro termine, prodotti ritenuti, a torto, assolutamente sicuri”.

“Non bisogna trascurare infatti che sui PCT è fondato il rischio dell’inadempimento della controparte: sul risparmiatore pende infatti l’incognita legata a fallimento della banca. E dopo quello che è successo negli USA, dove una dopo l’altra sono andate in default alcune importanti banche, questa ipotesi non è certo peregrina” sottolinea il promotore.

Caso certo differente per i fondi d’investimento, ritenuti dai promotori assolutamente affidabili.
A questo proposito un intermediario, che ha preferito rimanere anonimo, ci ha rivelato che un suo cliente gli ha domandato se “il fondo che ha in portafoglio corre il rischio di andare in default”.

“Mi sono limitato a rammentare loro – spiega il promotore – che le Sicav e i fondi comuni hanno, in primis, un patrimonio slegato rispetto alle SGR che li gestisce. Inoltre, per chiarirgli ancora di più le idee ho tenuto a sottolineare che la totalità dei titoli azionari, e delle obbligazioni, che i fondi hanno in portafoglio sono un patrimonio a completa disposizione dei sottoscrittori,che possono sempre accedervi presso la banca depositaria, che li custodisce”.

Purtroppo, come si evince da questo intervento, sembra che l’irrazionalità sia diventata epidemica, assumendo forme variopinte, ma sempre più devastanti. “Spesso le crisi di “vendita incontrollata” – ricorda Bertocchi – giungono alla fine di un periodo estremamente positivo per il mercato. Tuttavia chi decide in questo momento di smobilizzare il proprio investimento rischia solo di monetizzare le perdite”.

Secondo il promotore per afferrare le dinamiche che dominano questi fenomeni di “panico generalizzato” basterebbe guardare la TV.

”Nonostante le notizie battenti sul crollo dei mercati finanziari il messaggio che consegno ai miei clienti è di tenere i nervi saldi, spiegando che nessun crollo è mai davvero fatale e l’economia globale non è certo a rischio estinzione. Purtroppo la gran parte dei mass media stanno consegnando una visione distorta della realtà sostenendo, a torto, che tutti siamo coinvolti nell’uragano credit crunch. Per fortuna gli appelli alla calma che sto facendo sembrano sortire effetto e nessun cliente sta smobilitando”.

“Bisogna ricordare – conclude Bernocchi – che le vendite da panico non fanno altro che aggravare situazioni già pericolose”.

A questo punto, come consuetudine, allarghiamo l’inchiesta ai nostri lettori, in particolar modo ai promotori, domandando loro: “Qual è la domanda più insensata che i clienti vi hanno rivolto?”.
 
 

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