Consob, ancora nel mirino le vendite allo scoperto

[p]Jose Manuel Barroso[/p], in qualità di presidente della Commissione Europea ha elogiato “la capacità di agire in modo coordinato” da parte dell’Europa ma ha anche auspicato nuovi interventi perché una volta passata la crisi è indispensabile “assicurare che in futuro i mercati finanziari funzionino per assicurare benefici ai cittadini e alle imprese e non per se stessi”.
Da qui l’invito a “ripensare le regole di funzionamento e di supervisione dei mercati finanziari e in particolare di banche, hedge fund e private equity”.

Ma se Barroso pensa a regolamentare ulteriormente anche il mondo degli hedge e del private equity, il presidente della Consob [p]Lamberto Cardia[/p] “promette” nuovi provvedimenti legati alla vendita allo scoperto, in particolare per chi l’ha effettuata sui titoli UniCredit, Mps, Bpm e Unipol. Cardia nel corso della sua audizione al Senato ha assicurato che ”una volta acquisiti gli esiti completi delle richieste di cooperazione internazionale e degli accertamenti in corso se riscontrati inadempimenti o violazioni di norme potrebbero essere adottati ulteriori provvedimenti”.

Ma siamo sicuri che maggiori lacci e lacciuoli al mondo degli hedge fund e del private equity e ai cosiddetti “scopertisti” sia la via migliore per ridare equilibrio ai mercati? E’ davvero tutta colpa degli “speculatori” o si è aperta la caccia alle streghe?

Nell’attesa di ricevere le prime reazioni delle associazioni di categoria, la parola passa a voi lettori.

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