Le banche italiane sono guarite

E vissero tutti felici e contenti. Ascoltando le dichiarazioni della giornata dei banchieri italiane sembra che la crisi non sia mai esistita, o perlomeno che si tratta della solita crisi passeggera. I venti di recessione? Normali, come i venti di stagione. La crisi del ’29? Una storia del passato da raccontare ai nipotini, che non ha nulla a che vedere con la situazione attuale. Ma andiamo con ordine.

Partiamo da Vincent Bolloré che, prima dll’assemblea di Piazzetta Cuccia ha dichiarato ai giornalisti: “è una bella giornata, in Mediobanca va tutto bene”. Anzi, di più. “La prima compagnia di assicurazioni al mondo per capitalizzazione è Generali. Un buon risultato”, ha aggiunto il finanziere francese, che ha commentato anche la discesa di Telecom: “E’ sempre la stessa storia, quando la gente va in panico vende i titoli più liquidi che generalmente sono un buon affare. Sono i migliori a scendere in Borsa”. Insomma tanta paura per nulla.

Gli fa eco, anche oggi, Corrado Faissola. Il presidente dell’Abi, durante l’audizione in commissione Finanze del Senato sulla crisi dei mercati, ha ribadito che le banche italiane sono al riparo dai fattori che hanno generato i crolli degli ultimi mesi. “Le cause all’origine della crisi dei mercati finanziari risultano esogene al mercato bancario italiano. Le banche italiane sono al riparo dai fattori che hanno originato la crisi finanziaria: il credito facile; le svalutazioni dei titoli di finanza strutturata; la crisi dei veicoli fuori bilancio”.

Anzi, di più. “Stiamo affrontando soddisfacentemente le difficoltà indotte dalla globalizzazione della crisi grazie a punti di forza nostri e del nostro sistema Paese: assenza di impieghi subprime; tradizionale modello di banca al dettaglio; basso livello della leva finanziaria; basso indebitamento dei consumatori italiani; sotto-penetrazione dei prodotti bancari; mercato immobiliare sostanzialmente sano; buona qualità dell’attivo”. Insomma non temete, siamo tutti sani e salvi.

E alla fine arrivò Cesare Geronzi che liquida tutti con un laconico “va benissimo”.

E tutte le pagine dedicate alla crisi finanziaria in questi giorni? E’ stato solo un racconto dell’orrore ben scritto? Non proprio. E a riportare tutti con i piedi per terra oggi sembra essere solo Alberto Nagel.

L’a.d. di Mediobanca ha ricordato a tutti che stiamo assistendo a una crisi “senza precedenti”. Ha ricordato che i titoli bancari stanno perdendo in media tra il 43% e il 60%. Ha sottolineato che Mediobanca sta cedendo “solo” il 39%. E, soprattutto, ha fatto presente che il flusso delle vendite dovrebbe continuare fino a fine anno, quando i portafogli avranno raggiunto dimensioni piu’ ragionevoli. Insomma, “inutile dire che noi siamo immuni dalla crisi”.

Naturalmente Nagel si riferiva soprattutto ed esclusivamente a Mediobanca, dimostrando però un realismo e un senso critico maggiore rispetto ad altri colleghi. Forse, piuttosto che negare la crisi e dipingere una banca e/o il sistema Italia come “isola felice”, vale la pena risolvere i problemi emersi. Poco importa se più o meno gravi di quelli americani ed europei.

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