Investimenti: gli italiani reclamano maggiori informazioni

Propensione al risparmio alta, ma voglia di rimanere liquidi. Sono questi in sintesi i due punti dolenti emersi dal sondaggio “Gli italiani e il risparmio” condotto da ACri Associazione di Fondazioni e di Cassa di Risparmio Spa e presentato in occasione della 84° Giornata Mondiale del Risparmio.

In particolare gli italiani hanno manifestato di essere molto pessimisti, seppure i risultati del 2008 non si discostano di molto da quelli del 2007. Gli ottimisti risultano il 34% degli intervistati, ma crescono i pessimisti che sono passati dal 46% al 48%.
In merito al risparmio gli italiani affermano di non essere riusciti a risparmiare negli ultimi dodici mesi e ritengono che tale situazione si protrarrà anche per i prossimi mesi.

Resta comunque alta la propensione al risparmio. L’87% vorrebbe risparmiare: il 42% non vive tranquillo senza risparmi, mentre il 45% vorrebbe risparmiare ma senza rinunce. E sul fronte investimenti il tema principale resta l’incertezza circa la tutela del risparmio.

La maggior parte degli intervistati preferisce rimanere liquidi: il 60% tiene o vorrebbe tenere i risparmi liquidi, mentre il 35% li investe o li investirebbe. L’anno scorso coloro che manifestavano una preferenza per la liquidità erano il 64%, 4 punti percentuali in meno di quest’anno sono da assegnare a coloro che non sanno bene cosa fare in una condizione come quella attuale. Cresce di 3% il numero di coloro che investono la maggior parte dei loro risparmi (il 12% del campione, era il 9% nel 2007), mentre diminuisce (23%, era il 25% nel 2007) il numero di chi ne investe solo una piccola parte.

Riguardo agli impieghi metà degli italiani (il 49%) dice di essere interessato a sapere in che ambito saranno investiti i propri soldi. Anche se non sanno quali sono gli strumenti adeguati alle loro esigenze.  Di questi soltanto il 12% dichiare che saprebbe come fare per investire in piena certezza. Esiste un’esigenza di migliore informazione sulla destinazione degli investimenti.

Inoltre gli italiani dichiarano di prestare maggiore attenzione alla rischiosità dell’investimento (38%) e alla solidità del proponente (23%). E sulla scelte degli italiani dove investire i propri risparmi aumenta di 3 punti percentuali il numero di coloro che investiranno nei titoli di stato, mentre il 56% opterà per il mattone, e il 17% afferma di tenersi lontano da qualsiasi forma di investimento. E il 7% di quelli che sono riusciti a risparmiare resta ancorato a strumenti a maggiore rischio.

Migliora anche la fiducia nei confronti delle tutele dell’Italia. Rispetto al passato quando si pensava che l’arretratezza dell’Italia fosse un gap da colmare, oggi gli intervistati sono convinti che il resto del mondo non sia poi più avanti di noi e che le regole e i controlli italiani sono stati efficaci.

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