Promotori Finanziari – La crisi spinge i licenziamenti virtuali

Chi infatti si è sempre “accontentato” del proprio portafoglio non lottando mai allo spasimo per ampliarlo, non riuscendo oggi a trovare nuovi investitori disposti ad acquistare i prodotti, rischia, infatti, di arrivare con difficoltà alla fine del mese.

“visto che le retribuzioni, dal 2 per cento all´70 per cento, dipendono dagli obiettivi di vendita raggiunti, in questo momento, c’è chi rischia addirittura di non aver soldi a sufficienza per pagarsi la bolletta del telefono o la benzina per incontrare i clienti. Inoltre le ultime settimane sono state davvero pesanti anche per l’operatività: passare le giornate a dare rassicurazioni ai risparmiatori non è piacevole e soprattutto non è produttivo”.

La paura di non riuscire più a lavorare decorosamente, dunque, è molto alta e la speranza che la bufera passerà celermente si allontana sempre più.
“Noto – spiega U.M. – che purtroppo le reti in questo momento hanno un atteggiamento disarmante: sono totalmente passive e l’unico consiglio che sanno dare alla rete è quello di guardare il futuro con ottimismo. Purtroppo la nostra retribuzione è legata ai prodotti che riusciamo a vendere, al portafoglio clienti, e anche se tecnicamente non rischio di essere licenziato, il pericolo è quello di non prendere un euro per i prossimi mesi, il che significa nei fatti essere disoccupato”.

Anche se in circa 10 anni di attività il promotore di crisi ne ha vista qualcheduna, testimonia che “nessuna ha la virulenza di quella che stiamo vivendo”.

“Purtroppo l’ondata mediatica che non fa altro che parlare di crac non aiuta, ma ritengo che l’inattività e la passività delle reti non sia meno grave”.
In conclusione il promotore spiega che “è vero che c’è molta preoccupazione, tuttavia, mi sembra che due reti come Azimut e Mediolanum perlomeno non stanno con le mani in mano. Soprattutto la rete guidata da Ennio Doris sta ribattendo colpo su colpo alla crisi, dotando i professionisti di nuovi e competitivi strumenti”.

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