Risparmio gestito – Anche Fideuram risente della crisi

Nei primi nove mesi del 2008 Banca Fideuram ha registrato un’utile netto consolidato pari a 156,8 milioni, in diminuzione del 22,6% rispetto ai 202,7 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente.

L’amministratore delegato Matteo Colafrancesco (nella foto) ha evidenziato che i risultati hanno inevitabilmente risentito della congiuntura economica sfavorevole e della crisi globale dei mercati finanziari. I risultati realizzati sono stati comunque apprezzabili, a conferma della sostenibilità del modello di business della banca anche in contesti di mercato estremamente negativi.

Escludendo, però  l’effetto degli oneri straordinari di ristrutturazione legati al Piano d’Impresa, l’utile netto si è attestato a 169 milioni, in diminuzione del 18,6% rispetto ai 207, 5 milioni all’analogo periodo del 2007.

Tale variazione, si legge in un comunicato, è principalmente dovuta alla flessione del margine commissionale, che evidenziato un -68,4 milioni, parzialmente compensata dalla crescita del margine di interesse, con un +25,1 milioni e dalla riduzione delle spese di funzionamento pari a -6,7 milioni.

Il cost/income ratio è risultato pari al 49,2% in crescita rispetto ai 46,9% dei primi nove mesi del 2007. In peggioramento anche se positiva la raccolta netta totale pari a 404 milioni, a fronte di una raccolta netta di 828 milioni conseguita nel corrispondente periodo del 2007.

E’ peggiorata anche la consistenza delle masse amministrate, pari a 63 miliardi, di cui 41,7 miliardi relative al risparmio gestito, segnando una flessione dell’ 8,1% rispetto ai 68,6 miliardi al 31dicembre 2007 e dell’ 8,8% rispetto ai 69,1 miliardi del 30 settembre dell’anno scorso.

In leggera diminuzione il numero totale dei Private Banker appartenenti alle reti Banca Fideuram e Sanpaolo Invest sceso a quota 4.255 dai 4.285 al 30 settembre 2007.

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