La conversione di Caravaggio

Il dipinto, insieme al suo pendant raffigurante la Crocifissione di san Pietro, fu commissionato inizialmente per essere esposto nella cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma, ma lì non trovò mai collocazione e fu sostituito con una versione su tela.

Unico esempio rilevante di pittura su tavola di Caravaggio, l’opera, eseguita nel 1601,  ha avuto un destino avventuroso che solo recentemente è stato del tutto ricostruito e compreso.  Commissionata nell’anno 1600 da Tiberio Cerasi per la sua cappella in S. Maria del Popolo a Roma, l’opera non venne mai esposta nella sua chiesa probabilmente per il dilungarsi dei lavori. All’improvvisa morte del cardinale l’opera inizia un tortuoso percorso che la conduce in Spagna. 

Solo un secolo dopo, grazie all’acquisizione da parte della famiglia Balbi di Genova, la Conversione torna sul suolo italiano diventando la punta di diamante di una delle più prestigiose collezioni dell’epoca, prima di tornare negli anni cinquanta nella città che ne aveva visto l’origine, passando lungo l’asse ereditario alla Famiglia Odescalchi, che ne è l’attuale proprietaria e custode.

La straordinarietà dell’evento sta nella possibilità di ammirare da vicino un’opera proveniente da una collezione privata, al centro della Sala Alessi di Palazzo Marino.

Subito dopo il restauro, nel 2006, la tavola fu esposta per breve tempo in S. Maria del Popolo in Roma, accanto alla seconda versione su tela dipinta sempre dal Caravaggio collocata secondo l’originario progetto a tre metri d’altezza. A Milano invece sarà possibile ammirare ogni singolo particolare di questo capolavoro essendo l’opera posta ad altezza uomo.
Sede:

Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi, Piazza della Scala (Fino al 14 dicembre 2008)

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