Promotori Finanziari – Ecco le 3 linee guida dell'Anasf in Emilia Romagna

“Come associazione – spiega Biafore – stiamo lavorando costantemente lungo tre direttrici. La prima riguarda l’importante tema della consulenza. Stiamo cercando di coinvolgere maggiormente gli iscritti sul fatto che finalmente viene elevato il servizio di consulenza in materia di investimenti da servizio accessorio a servizio di investimento principale. Il ruolo del promotore, infatti, è destinato a cambiare nei prossimi mesi in maniera decisiva. Da semplice pianificatore dell’asset allocation, grazie all’attenta analisi del portafoglio del risparmiatore, arriveremo ad affiancarlo in maniera più compiuta per guidarlo nelle scelte d’investimento, seguendolo passo-passo nel tempo”.

“Inoltre – spiega il coordinatore regionale di Anasf – cercheremo di affiancare maggiormente i promotori nei problemi tipici che li riguardano. In primis quelli fiscali”. Biafore fa riferimento alle problematiche che riguardano i parametri incongrui che guidano gli studi di settore. “I promotori fanno parte di una categoria che non può sfuggire al fisco. E la realtà raffigurata dagli indicatori degli studi di settore rappresenta una sorta di mondo virtuale, che non tiene conto degli attuali momenti di crisi di raccolta che stanno caratterizzando le giornate dei pf, e rischiano di innescare accertamenti e presunzioni di colpevolezza che ricordano la caccia alle streghe”.

Senza dimenticare la netta opposizione all’assoggettamento alla contribuzione Enasarco che proviene da Anasf. “Contestiamo con forza – sottolinea Biafore – l’assimilazione agli agenti di commercio sia sotto il profilo civilistico che sotto quello previdenziale, e inoltre non comprendiamo l’obbligo per i promotori di avere due contribuzioni: quella Inps e quella dell’Enarsarco”. Inoltre come associazione, regionalmente – prosegue Bifore – ci battiamo con le casi mandanti per costruire intorno ai promotori un quadro di riferimento comune, sostenendo il ruolo consulenziale e rigettando le campagne marketing sul singolo prodotto e sui budget di raccolta”. Infine il comitato regionale si sta dando da fare per far crescere il numero degli iscritti, e accrescere il potere di “persuasione”.

“Senza dimenticare – conclude Biafore – che la formazione è sempre al centro della nostra attenzione. Oltre alle competenze che man mano un promotore deve acquisire per accrescere la propria professionalità ci sono degli elementi che possono essere sviluppati esclusivamente con la formazione. Per questo il comitato regionale dell’Emilia Romagna organizza ogni anno due o tre seminari sulle problematiche legate all’attualità della professione, oltre a corsi e convegni per la certificazione €fpa”.

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