Il 2008 è stato per i promotori finanziari un anno molto complesso per i temi importanti che l’hanno caratterizzato. Basti pensare alla rivoluzione MiFID, che ha costretto i professionisti ad affrontare con particolare impegno tutta una serie di nuovi doveri, non solo burocratici.
In ogni caso non sembra scendere il numero di persone, in particolare giovani delle università e scuole di business, che vogliono intraprendere questa professione, soprattutto nelle zone a più alta crescita della penisola.
Tra queste spicca, senza dubbio, il Veneto, che dopo il boom del 2007, ha registrato un rallentamento sia sul fronte della crescita del Pil – anche se nel confronto con le altre regioni il tasso di sviluppo è risultato superiore – sia sul fronte della produttività delle aziende medio-piccole, vero motore della regione e target privilegiato dei promotori finanziari.
La regione che attualmente conta 5.685 professionisti, tra promotori con e senza mandato, può vantare circa un migliaio di iscritti all’Anasf, che poco più di un anno e mezzo fa hanno eletto i 21 membri del comitato regionale e la coordinatrice Regina Maria Gallo. A proposito di indagini, sulle quali ognuno può sbizzarrirsi e dare i numeri, l’ultimo esame per l’iscrizione all’albo promotori, svoltosi il 14 novembre scorso, ha visto il Veneto lottare spalla a spalla con la Liguria e il Friuli Venezia Giulia per assicurarsi la percentuale più alta dei promossi rispetto al numero dei presenti.
In questa particolare classifica la regione del nord-est è stata costretta a soccombere nei confronti delle altre due, ma grazie a una percentuale di promossi all’appello orale vicino al 55,43% – su 184 presenti i promossi sono 102 – si è piazzata davanti a tutte le altre aree della penisola.
Visto che c’è sempre più bisogno di promotori preparati, il Veneto si dimostra, ancora una volta, una tra le regioni più sviluppate.