Ennio Doris (Mediolanum): “Le regole sul bail-in sono una sciagura”

Le regole sul bail-in? “Una follia che si è trasformata in una sciagura”. Il consulente finanziario? “Una figura che non scomparirà mai, anzi, crescerà di importanza con le nuove tecnologie”. A parlare è Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum (nella foto), poco prima di iniziare l’appuntamento milanese del Mediolanum Tour, un evento itinerante che ieri, lunedì 24 ottobre, ha fatto tappa al Teatro Nuovo di Piazza San Babila, nel centro del capoluogo lombardo.

Di cosa parlerete oggi, presidente Doris?

I temi centrali saranno gli italiani e la diffidenza a investire, per scoprire valide soluzioni alternative.

Quali soluzioni?
La nostra proposta è una strategia di investimento intelligente (Intelligent Investment Strategy ndr) con cui l’investitore destina il capitale a un fondo monetario, a cui attinge per entrare gradualmente sui mercati e nel settore azionario, attraverso un piano di accumulo (pac). Quando il valore dei fondi comprati è inferiore al prezzo medio di acquisto, la rata del piano di accumulo aumenta, per approfittare delle fasi di ribasso dei listini. Viceversa, quando il valore dei fondi cresce ampiamente sopra la media del prezzo di acquisto, i guadagni ottenuti dall’investitore vengono messi al sicuro trasferendoli nel fondo monetario. C’è dunque un meccanismo automatico per evitare che i risparmiatori facciano un errore frequente causato dall’emotività, quello di investire solo quando i mercati sono in rialzo e disinvestire quando invece sono in ribasso.

A proposito di emotività, oggi gli italiani sono preoccupati della situazione del sistema bancario. Cosa ne pensa?

Purtroppo è vero e la colpa è anche delle regole euorpee sul bail-in che governano i fallimenti bancari e che possiamo considerare una follia. Si tratta però di una follia che rischia di trasformarsi in una vera e propria sciagura.

In che senso?

Intendo dire che si tratta di regole che partono da un principio giusto ma che rischiano di essere un rimedio peggiore del male. Guardi per esempio cosa è accaduto con gli istituti finiti in dissesto come Banca Etruria. Sono state create delle good bank che hanno ereditato le attività sane ma i clienti, dopo che alcuni risparmiatori hanno perso tutto il capitale con le obbligazioni subordinate, non si sono più fidati e hanno comunque ritirato i loro soldi, anche se le banche erano ormai risanate.

Dunque?
Purtroppo i risparmiatori sono impreparati e smarriti di fronte a queste regole. Facciamo un esempio concreto: cosa volete che ne sappia di banche un imprenditore che ha una segheria di legname e lavora dalla mattina alla sera per la sua azienda? Oggi, con i tassi a zero, questo imprenditore vede il proprio capitale depositato in banca che non rende nulla. In più, corre pure il rischio di perdere tutto a causa delle regole sul bail-in. Una follia.

Voi avete sostenuto le banche in crisi partecipando al Fondo Atlante. Perché?
Il nostro gruppo si è avvantaggiato della fuoriuscita dai risparmiatori dalle banche tradizionali. Eppure, sono convinto della bontà della nostra scelta di sostenere Atlante. Noi non vogliamo prosperare tra le macerie e abbiamo dunque a cuore le sorti del sistema bancario italiano.

Lei pochi mesi fa ha detto che le banche come le conosciamo oggi non esisteranno più. Ma come saranno in futuro? Le agenzie scompariranno?
Con l’evoluzione della tecnologia scomparirà sempre più l’operatività bancaria ordinaria, cioè le disposizioni automatiche, che verranno completamente gestite dai correntisti in autonomia con internet. Ma i clienti avranno sempre bisogno di avere una figura di riferimento, un consulente che li aiuti a investire o a svolgere pratiche complesse come la richiesta di un fido o di un mutuo. Nelle banche ci sarà sempre più lavoro intellettuale e di consulenza, che addirittura verrà esaltato da questo sviluppo tecnologico e ci sarà sempre meno lavoro manuale. La vecchia figura del direttore di filiale, che un tempo si occupava in prevalenza si pratiche di finanziamento, dovrà arricchirsi sempre più di competenze ed evolversi. Ovviamente manterrà una sua sede operativa ma, sempre più spesso, sarà lui a recarsi personalmente dai clienti.

C’è chi pensa che nel risparmio gestito la concorrenza dei prodotti low cost come gli etf metterà sotto pressione i prezzi e la redditività delle società di gestione. E’ d’accordo?
Quando c’è una crescita della concorrenza sul mercato, c’è sempre anche una pressione sulle tariffe. Ma credo che oggi il problema per il settore non sia nei prezzi bensì nella capacità di proporre ai clienti prodotti redditizi, in uno scenario di tassi a zero. Proprio per questa ragione, occorre avere la capacità di proporre soluzioni intelligenti per investire, come Banca Mediolanum si sta sforzando di fare.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!