Enasarco, la voce dei silenti

PENSIONE MIRAGGIO – Massimo Cazziola, 58 anni, consulente finanziario di Banca Euromobilire a Treviso, ha già versato all’Enasarco una montagna di soldi. “A occhio e croce saranno ormai diverse decine di migliaia di euro in tutto”, dice Cazziola, sottolineando un particolare che lo accomuna a molti altri suoi colleghi. Nel 2022, quando maturerà il diritto alla pensione ordinaria (cioè quella dell’Inps), il consulente trevigiano non riceverà dall’Enasarco neanche il becco di un quattrino: nessun assegno previdenziale integrativo, a differenza di quanto capiterà invece ad altri consulenti finanziari un po’ più fortunati di lui. Cazziola, infatti, fa parte della folta platea dei cosiddetti silenti, di cui si è parlato molto negli ultimi mesi durante la campagna elettorale per il rinnovo dei vertici di Enasarco, l’ente di previdenza e assistenza degli agenti di commercio a cui sono iscritti anche i consulenti finanziari. I silenti, per chi non lo sapesse ancora, sono quegli iscritti all’Enasarco che, pur avendo appunto versato a questo ente un mucchio di soldi, quando si congederanno dal lavoro non riusciranno a raggiungere la soglia dei 20 anni di contributi che dà diritto a ricevere una prestazione previdenziale. E’ proprio questo il rischio che corrono i professionisti come Cazziola, il quale ha avuto una carriera a cavallo tra il settore bancario e la consulenza finanziaria, un po’ come dipendente e un po’ come libero professionista. Prima di entrare nella rete di Banca Euromobiliare, infatti, il professionista di Treviso ha lavorato per oltre 20 anni in diversi istituti di credito tra cui il gruppo Barclays, dove è entrato nel 2008. Poi, nel 2013, quando l’istituto britannico ha deciso di lasciare l’Italia, Cazziola è tornato a dedicarsi alla consulenza finanziaria come lavoratore autonomo, un “mestiere” che aveva già esercitato in precedenza per qualche anno.

CARRIERA INTERMITTENTE – Con questa carriera intermittente, quando si metterà a riposo nel 2022, Cazziola non riuscirà dunque a raggiungere i 20 anni di contributi necessari per godersi la tanto agognata pensione dell’Enasarco, integrativa di quella dell’Inps. E così, il consulente di Banca Euromobiliare ha deciso di scrivere a BLUERATING, aderendo all’appello lanciato dal sito web della nostra testata che ha invitato i cf silenti a raccontare via internet e loro storie e a illustrare i loro problemi. La vicenda di Cazziola è emblematica di molte altre situazioni simili che BLUERTING ha avuto modo di accertare. “Qui nel Veneto, con la crisi di diversi istituti di credito”, dice Cazziola, “ci sono tantissimi colleghi ultracinquantenni o ultrasessantenni che lasciano il settore bancario per dedicarsi come liberi professionisti all’advisory finanziaria”. Molti di loro, secondo il consulente rivoltosi a BLUERATING, sono per il momento concentrati sui loro problemi di carriera e non sanno neppure che rischiano di dover masticare amaro nel momento in cui andranno in pensione. E’ ciò che teme anche Bruno Galizzi, altro consulente che ha deciso di scrivere a BLURATING e che, dopo 32 anni di servizio al Credito Bergamasco, dal 2012 è entrato nella rete di Fineco come libero professionista. Per varcare la soglia dei 20 anni di contributi e maturare il diritto alla pensione di Enasarco, Galizi dovrebbe lavorare ancora per 16 anni, toccando in totale i 52 anni di servizio: uno sproposito, impossibile da raggiungere per chi ha superato all’anagrafe la soglia dei 50. Anche per Galizi, insomma, i soldi destinati ogni anno all’Enasarco rischiano di essere buttati per sempre al vento.

CONTRIBUTI SALATI – Eppure, non si tratta certo pochi soldi: il contributo da versare all’ente ammonta infatti a oltre il 15% del reddito annuo (salirà al 17% entro il 2020), in parte a carico del professionista e in parte a carico della società mandante, calcolato però su un massimo di 25mila euro delle provvigioni annue per i consulenti monomandatari e di 37.500 euro per i plurimandtari. Si stratta insomma di qualche migliaia di euro ogni 12 mesi che, se non verrà trovata una soluzione al problema dei silenti, hanno appunto buone chance di trasformarsi in carta straccia. Il tema dei silenti è stato argomento centrale nella campagna elettorale per il rinnovo dei vertici di Enasarco. Il candidato uscito vincitore, Gianroberto Costa, si è impegnato a risolvere la questione con metodo e, anche per questa ragione, ha ottenuto l’appoggio dell’Anasf (qui a fianco l’intervento di Alfonsino Mei, rappresentante nel cda dell’associazione guidata da Maurizio Bufi). C’è da augurarsi, dunque, che l’argomento non finisca nel dimenticatoio.

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