Inoltre un altro “obbligo mal digerito” dalla Consulta riguarda il fatto che gli agenti sarebbero obbligati a denunciare l’importo della loro parcella nell’atto notarile. «Non siamo d’accordo perché nessun professionista è obbligato a tale dichiarazione. E neanche all’estero» obietta Paludet. «Se l’obiettivo della norma è il controllo fiscale della categoria noi possiamo proporre delle alternative» suggerisce il coordinatore, come ad esempio, non indicare l’importo ma il numero della fattura nell’atto notarile, in modo che il fisco possa eventualmente ottenere le informazioni di cui ha bisogno, ma non si renda pubblico un dato sensibile, come l’importo della provvigione. «In questo modo si tutela la privacy dell’agente» afferma Bellini, il quale sottolinea che «la
Consulta si sta muovendo perché l’approvazione del Regolamento di Attuazione alla legge 57 del 2001 che ha istituito il praticantato trovi effettiva applicazione». Infatti la legge 03 febbraio 1989 n. 39 ed il successivo Regolamento hanno delineato il profilo professionale dell’attività di agente immobiliare con un preciso percorso di accesso al ruolo con corso ed esame, e la legge del 2001 ha disegnato la possibilità di abilitarsi anche grazie allo svolgimento di un anno di pratica professionale, da farsi presso un tutor esperto, senza esame finale, ma al massimo con una verifica del corretto svolgimento della pratica stessa. Ma sono sette anni che tale legge non trova applicazione perché si è arenata a livello regionale.
Ma l’unione delle tre associazioni non vuole muoversi soltanto a livello politico/istituzionale. Le proposte che vuole porta avanti riguardano anche il mercato come: richiedere l’approvazione della cedolare secca sui redditi da locazione.
«Un modo per rendere più trasparente il mercato della locazione» precisa il presidente di FIAIP e essere coinvolti ad ampio spettro nel Piano Casa del Governo, in quanto gli agenti potrebbero fornire dei suggerimenti sulle aree, sui prezzi di locazione e tutte le dinamiche del mercato per evitare che si creino dei ghetti e che si risolva tutta nella classica “faccenda all’italiana”. Il messaggio è chiaro.
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