Catricalà (Oam): “Ora andiamo a pieni giri”

E’ al suo posto dal 30 giugno dello scorso anno, da quando l’assemblea dell’Oam (l’organismo che gestisce gli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi), lo ha nominato presidente. Nel frattempo le competenze dell’organismo si sono ampliate ma Antonio Catricalà, ex consigliere di Stato, ex n. 1 dell’Antitrust ed ex sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo Monti, non sembra spaventarsi di fronte alle novità. “Siamo una piccola macchina che funziona a pieni giri”, dice, “cerchiamo di non imballare il motore e di minimizzare i costi del carburante”. Con BLUERATING Catricalà fa il punto su questi 18 mesi trascorsi alla guida dell’Oam e sulle novità possibili che si annunciano nel mondo della mediazione creditizia.

Presidente, tracciamo un bilancio: quali sono gli aspetti che hanno caratterizzato questo anno e mezzo?
Intanto l’attività dell’Oam si è ampliata: dallo scorso anno l’Organismo è responsabile della tenuta del Registro dei cambiavalute e svolge in house le prove valutative per i collaboratori di agenti e mediatori. L’avere scelto di controllare direttamente il livello di professionalità di quanti lavorano a contatto con i consumatori ha comportato indubbiamente uno sforzo organizzativo. Ma il meccanismo sta funzionando bene. Nonostante i test della prova valutativa siano complessi, abbiamo una percentuale di idonei dell’85%.

Parliamo delle ispezioni svolte dall’Oam. Quali sono le irregolarità che riscontrate?
Partiamo dai numeri: soltanto negli ultimi 9 mesi, gli uffici hanno effettuato oltre mille controlli sfociati in 670 sanzioni. Stiamo cercando di affinare le tecniche ispettive per riuscire a reprimere i comportamenti che creano maggiore allarme sul mercato. Penso per esempio al fenomeno del rilascio alla clientela di garanzie prive di efficacia che espongono i beneficiari a gravi rischi perché emesse da intermediari finanziari non abilitati. E penso al mancato rispetto delle norme in materia di trasparenza. Accanto a questi comportamenti, troviamo violazioni che potremmo definire veniali rispetto a quelle appena ricordate, ma che veniali non sono. E’ il caso del mancato pagamento dei contributi o della violazione dell’obbligo di formazione professionale. Sono comportamenti che possono apparire meno gravi ma rappresentano una forma di concorrenza sleale nei confronti di chi invece le regole le rispetta.

A quel punto scattano le sanzioni…

Qui bisogna avere il coraggio di dire che l’attuale sistema non funziona: l’armamentario che abbiamo a disposizione è debole da un lato, eccessivamente penalizzante dall’altro. Andiamo dal richiamo, che è poco più di un buffetto, fino alla sospensione temporanea dell’attività e alla cancellazione. Quest’ultime misure possono invece mettere in ginocchio un’attività e il reddito di chi lavora. Credo che si debba cambiare passo introducendo sanzioni pecuniarie più facilmente graduabili. Tuttavia, fino a quando il quadro normativo resta questo, non possiamo che sanzionare con gli strumenti che abbiamo.

Nella vendita di prodotti creditizi, sono presenti in abbondanza anche le reti di consulenti finanziari iscritti all’Albo gestito dall’Ocf. Come si concilia l’attività di vigilanza dell’Oam con quella dell’Ocf?

Intanto chiariamo: il consulente finanziario non è soggetto alla vigilanza dell’Oam soltanto quando la promozione dei finanziamenti avviene su mandato dello stesso intermediario che gli ha affidato la collocazione dei prodotti di investimento. Ciò non comporta assolutamente un deficit nella vigilanza: con l’Ocf abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. Nessuno dei due organismi vuole difendere il proprio orticello: l’obiettivo comune è la tutela del consumatore, sia che si tratti di attività di investimento, sia che si tratti dell’erogazione di un prestito o di un mutuo.

Qualcuno vuole l’ingresso dei compro-oro tra i soggetti vigilati da voi. E’ un provvedimento auspicabile e realizzabile in tempi relativamente brevi?
E’ una scelta che deve fare il legislatore alla quale l’Oam ovviamente si adeguerà. Deve essere però chiaro che i costi di questa nuova competenza non possono ricadere sulle altre categorie vigilate dall’Organismo.

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