Noi promotori siamo "educatori naturali"

Continua il dibattito sorto dopo la pubblicazione dell’articolo Cari promotori fate cultura e non solo consulenza. Oggi pubblichiamo l’intervento di Luciano Liccardo (Anasf/Efpa) che spiega perchè, anche su questo fronte, la categoria ha un importante vantaggio competitivo.

Come tutte le rivoluzioni che si rispettano, anche quella provocata dell’entrata in vigore della MiFID avrà bisogno di tempo per manifestare pienamente i suoi effetti. Si è detto e scritto da più parti … che per i promotori finanziari la Direttiva europea potrebbe essere un’occasione più unica che rara per affermare la propria professionalità sul mercato così difficile e competitivo della gestione del risparmio.
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La tesi è che il promotore abbia oggi un vantaggio competitivo
, derivante dall’essere portatore naturale,  all’interno del sistema, di cultura finanziaria, uno dei fattori chiave per la crescita della ricchezza da parte della clientela nel lungo periodo.
Il ragionamento scaturisce da alcune semplici premesse:

ante MiFID, l’offerta di strumenti e servizi finanziari in Italia si era già ampliata a dismisura: in poco più di un decennio siamo passati da un semplice paniere di Titoli di Stato e qualche decina di Fondi Comuni di Investimento ad una gamma amplissima di servizi finanziari, comprendente nell’ultimo periodo prodotti strutturati ed hedge funds;
l’istituzione di riferimento per il risparmiatore, da questi tradizionalmente considerata in grado di orientarlo nelle proprie scelte di gestione del proprio denaro, è sempre stata (e per un certo tempo continuerà ad esserlo) la Banca;
– il promotore finanziario è la figura professionale, tra quelle operanti sul mercato dei servizi finanziari, cui le ricerche e indagini di mercato più accreditate attribuiscono il ruolo di interprete più corretto delle esigenze personali della propria clientela. In questo, è doveroso riconoscerlo, assistito sempre meglio negli ultimi tempi dalla maggior parte delle strutture distributive del settore;

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In un quadro di globalizzazione sempre più spinta, che mette a contatto realtà economiche e finanziarie un tempo del tutto separate, occorrerebbe quindi al risparmiatore – per realizzare i propri obiettivi di vita – una cultura che non c’è, per il semplice fatto che gli manca la consapevolezza: le più elementari nozioni su come accantonare il denaro e investirlo in modo efficiente sono state così tanto trascurate che le famiglie italiane detengono un mare di liquidità, si indebitano oltre le proprie disponibilità per avere a tutti i costi una casa di proprietà, sottovalutano cosa succederà ai figli quando andranno in pensione, possiedono la percentuale più bassa di azioni tra le popolazioni dei Paesi più sviluppati.

Tuttavia, la notizia che una maggiore cultura finanziaria ha un’incidenza diretta sull’accumulazione del singolo – e quindi anche dello Stato – nel lungo periodo (vedasi il rapporto ” L’educazione finanziaria in Italia”Ambrosetti – The European House,2007 e “Compulsory Financial Education Will Make People Richer”,  Money Marketing, 13.6.2006) è recentemente approdata anche da noi.

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Sul tempo effettivo che gli operatori bancari potranno dedicare alla clientela per illustrare i più importanti concetti di educazione finanziaria è lecito nutrire qualche dubbio, ma la perplessità più importante concerne l’articolazione dei contenuti, ancora una volta centrata sui prodotti del risparmio, più che sui processi decisionali.

Un approccio che invece è più caratteristico del promotore finanziario, per vocazione e formazione più “allenato” ad accompagnare il proprio cliente alle scelte patrimoniali spesso più importanti della vita. Chiarendo, spiegando e portando quindi cultura. In maniera semplice e diretta, in quanto professionalmente adeguata.

Noi promotori siamo degli educatori “naturali”, ecco perchè abbiamo un vantaggio competitivo. Un vantaggio destinato ad ampliarsi grazie al rilievo dato dalla MiFID alla regolamentazione del principio di trasparenza, del conflitto d’interessi, dell’attività di consulenza e ad altri concetti che siamo già chiamati ad illustrare alla clientela, accrescendone la competenza e facilitandone le scelte.

Certo, non saremo soli: oltre agli altri operatori nostri tradizionali competitors – appartenenti al mondo bancario, a quello assicurativo, a quello delle Poste, ai commercialisti – si svilupperà la categoria dei consulenti finanziari e previdenziali indipendenti. E tutti dovranno percorrere il nostro stesso cammino educational nei confronti del cliente.

Non credo di dover aggiungere nulla di più, salvo che :
dopo questa crisi questo nostro ruolo di educatori naturali si accentuerà
– una funzione sociale così importante prima o poi dovrà essere riconosciuta e, auspicabilmente, remunerata

Anche se mi rendo conto che questa al momento è solo una speranza.

Luciano Liccardo, Promotore finanziario – Coordinatore regionale Anasf Trentino Alto Adige – Consigliere Efpa Italia

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