Il passato di Jackfly

JACKFLY (29a Puntata)

«La vergogna, la sensazione di aver gettato al vento tanti anni di lavoro, di non avere più speranza hanno distrutto mio padre che…»
«… che si è ucciso?»
«Sì.»
«Come il mio.»

«Già, come il tuo. Lo trovarono una mattina riverso ai piedi di un albero di quella campagna che voleva comprare con i suoi sudati risparmi… Si era sparato.»
«Povero Jack
«Povero papà, vorrai dire. E pensa che il suicidio non risolse nessuno dei suoi problemi. Anzi, in paese si sparse la voce che si era ucciso perché aveva fatto debiti, perché aveva perso al gioco, che aveva delle donne… Insomma la vergogna si abbatté su quel che restava della mia famiglia. Mia madre, poveretta, per un po’ cercò di arrangiarsi, di lavorare, di resistere. Ma cedette anche lei. Si ammalò e qualche tempo dopo morì. Di quel periodo mi rendo conto di avere pochi ricordi nebulosi, come se avessi cercato di rimuoverli dalla mia mente.»

«Non ricordi niente, davvero? Non eri piccolissimo.»
«No, avevo quasi sette anni. Però tutte le cose che ti ho raccontato le ho sapute da mia zia.»
«Tua zia Felicita?»
«Già, come fai a saperlo?»
Giovanni accenna a un sorriso: «Non ti ricordi? È la zia che ti aveva lasciato tutti quei milioni di euro di eredità. Dai, su, non arrossire. Mio padre si era incazzato, ma sia io sia la mamma ci eravamo divertiti».

…continua…                   leggi le puntate precedenti        

*tratto dal romanzo JACKFLY 
(www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)

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