Promotori Finanziari – In Puglia i pf sono preoccupati. Ecco come uscirne

Qual è attualmente il sentiment dei promotori della sua regione?
Negli ultimi tempi ho avuto modo di confrontarmi con molti colleghi, ed ho ricavato degli interessanti spunti di riflessione per me e per i colleghi del comitato regionale della Puglia. Per quanto riguarda il sentiment dei colleghi, sembra che a preoccuparli siano in particolar modo tre cose: il deterioramento del portafoglio dei clienti; le ricadute economiche che questo fenomeno ha sui ricavi dei promotori, essendo, ovviamente, i guadagni legati sia alle masse, sensibilmente ridotte nell’ultimo anno, sia ai prodotti collocati, più sicuri, ma meno remunerativi per le reti; le inquietudini rappresentate dall’introduzione di progetti e normative nuove.

A cosa si riferisce in particolare?
Mi riferisco essenzialmente al tavolo di lavoro aperto da Consob per studiare la possibilità di “dematerializzare” le quote dei fondi comuni d’investimento italiani. Sono convinto che la possibilità di sottoscrivere un fondo on-line, oppure in un qualunque sportello bancario, ancorché un’opzione giusta da riconoscere, rischia, tuttavia, di privare l’investitore di un servizio essenziale, rappresentato dalla consulenza del promotore finanziario. Non bisogna dimenticare, infatti, che la complessità di strumenti come i fondi, sicav, certificati, Etf, index e unit linked, porta con sé la necessità di un’assistenza da parte di chi colloca le loro quote. Per il risparmiatore non è infatti semplice orientarsi tra migliaia di case d’investimento potenzialmente disponibili e tali strumenti, se utilizzati da mani poco esperte, possono rivelarsi particolarmente pericolosi. Per questo, come in realtà già da tempo sta facendo Anasf, bisogna puntare con più decisione sul fronte informativo, facendo capire ai risparmiatori l’importante valore aggiunto rappresentato da attività quali: rilevazione dati ed esigenze; analisi delle stesse; financial planning ed asset allocation. Anche se la MiFID non dà risalto ad una parte di questi servizi, ritengo che solo i promotori da tempo si siano attrezzati per fornire alla clientela un’assistenza così qualificata. Dovremmo copiare un po’ quello che accade all’estero dove i governi centrali, addirittura, fanno comunicazione sui mass-media per spiegare i vantaggi della consulenza offerta dai professionisti. Una sorta di pubblicità progresso molto utile per i cittadini.

Come si sta muovendo il suo comitato regionale?
Le riunioni del comitato regionale che svolgiamo regolarmente sul territorio rappresentano un’occasione importante per analizzare i problemi che – a parere della sezione pugliese di Anasf – sono più urgenti. In considerazione delle crescenti difficoltà sui mercati azionari sembra necessario, infatti, ripensare al ruolo che Anasf possa e debba ancora svolgere. Ho proposto al Comitato regionale Puglia, dopo averlo annunciato durante l’ultima riunione della Consulta dei coordinatori regionali, di organizzare un’assemblea plenaria, aperta a tutti i promotori, iscritti e non all’Anasf, per analizzare gli argomenti caldi della professione. Si tratterebbe di un evento inedito nella storia trentennale dell’Associazione, un incontro che potrà dare l’opportunità ai colleghi di poter esprimere il proprio pensiero, formulare proposte e suggerimenti, oltre che dare un giudizio, anche critico, sulle iniziative intraprese da Anasf.

Avete in mente altre iniziative? 
Oltre ai seminari canonici, inoltre, per il 2009 puntiamo a sviluppare iniziative di alta formazione, in collaborazione con le Università. Negli scorsi anni, ad esempio, abbiamo dato vita a delle importanti convenzioni con due atenei locali, l’università di Foggia e la Libera Università Mediterranea “Jean Monnet” di Casamassima, e puntiamo ad approfondire maggiormente il fronte della formazione attraverso incontri seminariali contemplati dalle citate convenzioni.

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