Tremonti e Draghi divisi sulla Bad Bank

Ancora una volta contro-corrente. Il ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, Giulio Tremonti non coglie occasione per differenziarsi. Questa volta l’occasione è una trasmissione televisiva alla radio dove alla domanda se servisse in Italia una bad bank (ossia una banca in cui spostare i titoli tossici delle banche)  il responsabile del dicastero ha risposte senza remore di no. 

Anzi ha articolato la sua risposta sostenendo che ”Il sistema italiano e’ vigilato dalla Banca d’Italia e attualmente la Banca d’Italia ha dato solo informazioni positive. Questo e’ oggettivamente positivo per il nostro Paese”.

Al governatore di Bankitalia Draghi, che a Davos ha sottolineato come ci siano nella finanza titoli semplici e sani che possono essere messi sul mercato in questo periodo di crisi, Tremonti ha risposto che ”il vero problema oggi e’ quello di isolare il bene dal male. Poi il bene viene fuori da solo per differenza. Puoi dire che hai un buon prodotto, ma se gli altri temono che ci sia un vizio occulto…”.

E sempre a proposito di bad bank il ministro si è detto favorevole soltanto nell’ipotesi in cui non siano i contribuenti a doverne pagare le spese. «Per ristabilire una situazione normale in economia – ha detto – e’ necessario ripristinare la fiducia e per farlo una delle ipotesi e’ segretare i titoli tossici per un periodo lungo, di 30-50 anni, far finta che questi rapporti non ci siano nel dare e nell’avere. Gia’ cosi’ chi ha speculato perde molto».

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