Promotori, dite addio alla fee di distribuzione

Quale differenza passa tra i promotori e i consulenti se il promotore, nel prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti, consiglia i prodotti collocati dalla propria SIM, ma retrocede al cliente tutte le commissioni che spettano alla sim stessa?
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Risponde Luca Mainò (membro del consiglio direttivo di Nafop)

Nel momento in cui esistono commissioni che vengono girate ad una SIM di distribuzione, significa che esiste un rapporto commerciale tra società prodotto e distributore che genera automaticamente un conflitto di interessi e che prescinde dalla retrocessione al cliente delle stesse.

Quando tra qualche mese sarà operativa la quotazione sul mercato delle “classi istituzionali” di fondi e sicav (le cui commissioni di gestione sono circa la metà delle classi “retail”, attualmente vendute da promotori e sportelli bancari) non esisterà più il problema della retrocessione al cliente delle commissioni in quanto il cliente potrà sottoscrivere tali prodotti ad un costo minore rispetto a quanto potrebbe ricevere dalla retrocessione delle commissioni.

In sostanza, con la quotazione, il cliente pagherà una commissione di gestione al gestore e non pagherà la commissione di distribuzione; verrà meno pertanto il meccanismo (francamente non molto trasparente e di difficile determinazione) citato nella domanda del lettore.

Ricordiamo che già oggi l’investitore può acquistare fondi e sicav e farsi retrocedere le commissioni della banca, senza passare dal pf ma scegliendo di volta in volta il miglior canale attraverso il consulente indipendente. Infine, tecnicamente il modello citato dal lettore non è il “fee only” (solo a parcella) ma è definito “fee offset” e nel mercato statunitense è considerato un modello ampiamente superato.

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