Consulenti – L'albo? Ha dei punti deboli

Dello stesso avviso Marco Antonini, consulente basato a Monza: “malgrado la MiFID non imponesse affatto di istituire un albo, in particolar modo in una fase in cui si parla tanto dell’abolizione degli ordini professionali, si è deciso di istituire un nuovo Organismo. Una decisione che non sembra andare nell’ottica della maggior tutela del risparmiatore e non favorisce assolutamente la concorrenza a vantaggio degli utenti”.

“Mi aspettavo – prosegue Antonini – che il legislatore puntasse a dare vita a una categoria di professionisti più capace e indipendente di prima. Invece i requisiti per l’accesso al nuovo albo non sono minimamente rigorosi: il nuovo albo dei consulenti indipendenti nasce, infatti, senza il requisito della laurea, neppure triennale”. Antonini teme che una norma così flessibile favorisca solo i promotori finanziari, che nella gran parte dei casi sono sprovvisti di una laurea in materie finanziarie. “Alzare l’asticella per l’accesso, con l’obbligo di un diploma universitario, sarebbe stato un buon segnale per dare valore alla nostra figura”.

Il consulente teme, in sintesi, che lo sbarco sul mercato di una massa di ex-promotori, ancora legati a logiche commerciali faccia sì “che gli utenti non afferrino la differenza tra gli intermediari tradizionali e noi consulenti”. In ogni caso secondo Antonini il punto più dolente della normativa è nella parte in cui si regolamenta l’iscrizione delle Srl. “L’obbligo di trasformazione in Spa-SIM, e gli elevati oneri finanziari e strutturali, rischiano di “buttare in mezzo a una strada”molti professionisti che operano seriamente e in piena legalità. Molti saranno, infatti, costretti ad abbandonare il campo”.

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