La teoria del consulente si basa sul paradigma che vede, in particolar modo allo sportello, gli intermediari preferire il collocamento di prodotti strutturati o assicurativi come le unit e index linked: “in genere tutti quegli strumenti – spiega Greco – che bloccano per un buon numero di anni gli investimenti dei clienti, mantenendo la raccolta stabile, e garantendo al contempo delle fee elevate”.
Questi in sintesi sarebbero i motivi che starebbero spingendo i promotori finanziari e gli sportellisti a consigliare, complice anche la MiFID che ha impattato pesantemente sugli inducement, lo smobilizzo dei fondi comuni dai portafogli dei propri clienti. “Bisogna ricordare – sottolinea Greco – che le unit e index, rispetto alle classiche polizze vita, sono il più delle volte agganciate non solo a strumenti finanziari a basso rischio, come ad esempio obbligazioni e titoli di Stato, ma anche ad indici azionari e panieri di titoli che, nelle fasi di Borsa altalenanti possono innescare pesanti perdite nei portafogli dei clienti”.
“Un po’ quello che è accaduto – conclude il consulente indipendente – con le polizze legate a Lehmann Brothers, una compagnia ritenuta affidabile, e per questo motivo inserita spesso negli strumenti di tal genere, ma miseramente fallita nel giro di un batter di ciglia”.